Ad un certo punto gli squali balena diranno basta. Dopo più di 6 ore, probabilmente le più divertenti della mia vita, i bestioni del mare si stancano di gironzolare attorno alla bagan e giocare con noi. Verso le 4.30 di pomeriggio, uno ad uno, poco alla volta scompaiono negli abissi per non tornare più. Sfiniti, riprendiamo la barca e torniamo alla capanna. Con una fame nera, da lupi... ed ora che ci inventiamo? Che diamo da mangiare ai bambini?
Tranquilli, con Pier si è in una botte di ferro. Ci pensa lui. Pier è stato un grande viaggiatore, ora è chef e proprietario di un ristorantino sul mare a San Beach. Resteresti ore ad ascoltare i suoi racconti e le sue esperienze da cuoco in giro per il mondo. Ha lavorato nelle navi da crociera, dai Caraibi fino alla Nuova Zelanda e poi ha aperto ristorantini un po' dovunque, in Cambogia, in Messico, in India. Anche nel posto più sperduto della Papua indonesiana, nella Cenderawasih Bay, lui ha dietro per le emergenze un paio di kg di pasta, olio Cestini extravergine di qualità superiore e parmigiano. Ed una pentola. Lui quando viaggia ha sempre con sé la sua pentola, oramai totalmente deformata. Ed in questa occasione tornerà davvero utile perché troviamo un fornelletto ad olio combustibile che permetterà di fare un succulento piatto di spaghetti. Ma piatti e posate no, questo è chiedere troppo. La pasta, davvero ottima considerando il luogo ed i mezzi a disposizione, la mangeremo con le mani direttamente dalla pentola. Ancora più divertente per i bambini!
Ben presto comincia il diluvio universale. Qui quando piove, casca letteralmente il cielo. Meno male che questa la chiamano “la stagione secca”! Ci rintaniamo nella “capanna infestata” e ci prepariamo per la notte, dopo una giornata intensissima. Siamo in giro dalle 6 di mattina, siamo stati 6 ore in acqua a nuotare sotto al sole, senza protezione solare: siamo esausti, anche dal viaggio e dal fuso orario di ben 10 ore rispetto all'Italia. Prepararsi per la notte vuol dire essenzialmente stendere due pareo per terra nel tentativo assolutamente infruttuoso di isolarci un minimo dall'umidità delle tavole di legno mezze marce del pavimento. Tentativo vano anche perché le gocce d'acqua cascano dall'alto: il tetto è mezzo sforacchiato e corroso dalla salsedine.
La notte sarà un incubo: nel buio più totale, inquietanti rumori della giungla circostante, scimmie che saltano e camminano sul tetto di lamiera facendoci prendere dei colpi, i pareo zuppi di umidità... e strani rumori nei sacchi di juta vicino a noi che ben presto capiamo esser topi. Io ne avevo un paio proprio a 10 cm dalla mia testa, appena chiudevo gli occhi si avvicinavano ed arrivavano vicinissimo al mio viso, quasi a toccarlo. Mortacci loro, non ho chiuso occhio. I bambini invece, si sono svegliati il giorno dopo, freschi e riposati come non mai.