«Hola, mi vida, perdón...lo siento mucho pero algo pasò...yo vi un hombre, estava mal, tal vez borracho...creo que vomitò ariba de tu mochila...»
14 dicembre 2009, mi giro, tra la folla. Mi sta parlando una donna ben vestita, abbastanza appariscente, di indubbia bella presenza, strano davvero in questo barrio malfamato di Quito nel quale mi trovo. Non gli do peso, assorto come sono nei miei pensieri, tra volo aereo da acquistare per le Galapagos e l'ardua scelta di una vetta da scalare tra Cotopaxi ed il più alto ed impegnativo Chimborazo. Ma la donna, molto gentile e con un bel sorriso, insiste. A quel punto realizzo quanto mi dice...cazzo qualcuno mi ha vomitato dietro la schiena senza che me ne sia accorto! Spaventato mi tolgo il piccolo zainetto. Sì, è successo qualcosa...è sporco e puzzolente, un odore davvero nauseabondo. Spaventato, lo appoggio per terra. Devo pulirlo e la bella donna viene in mio soccorso, apre la sua borsetta, ha un paio di fazzoletti che mi presta. Due chiacchiere e qualche sorriso per sciogliere la tensione del momento e lo spavento...Ma chi è un angelo? Serve dell'acqua e mi indica un chioschetto di fronte, vicinissimo, dove andarla a prendere. Mi giro, torno dopo 5 metri e 5 secondi di numero e...bella donna e brutto zainetto non ci sono più...spariti tra la gente. Non è possibile! Mi sono solo girato un secondo...dove sono? Che fine hanno fatto? Che è successo? Ancora non capisco, finché un ragazzo mi si avvicina. «Amigo, te robaron! Estan ahì dentro de ese taxi! Si corres yo creo que los puedes alcanzar...» Vedo in lontananza il taxi indicatomi dal tipo e cerco di raggiungerlo. Una corsa assurda. I ladri di merda non lo sanno ma io posso correre all'infinito, anche ai 3000 m di altitudine di Quito. Sono superallenato, prima di arrivare qui ho fatto una settimana di allenamento in alta quota a 2000 m nel parco metropolitano di Leòn in Messico dove ero con la mia famiglia. Non corro. Volo! E sto volando verso il mio zainetto. Il taxi lo raggiungo, ma dentro ci sono solo due ignari signori anziani che non sanno nulla della vicenda ed un tassista che mi guarda con occhi stralunati come se venissi da Marte.
A questo punto, ansimante mi siedo. Tutto è accaduto in non più di un minuto, in una manciata di secondi davvero e non ho avuto tempo per capire e riflettere.
Sono stato derubato e tutti erano d'accordo. A versarmi il liquido puzzolente era stata la strafiga in minigonna con gli occhi da cerbiatto ed il ragazzo, che mi ha indicato il taxi per farmi allontanare dal luogo del furto, era ovviamente il suo compare. Bienvenido a Ecuador Esteban!