Evidentemente per i trentennali ho un debole! Ero a piazza Tian' anmen a Pechino a 30 anni esatti dalla prima rivoluzione colorata della storia; ero in Cambogia nel 2015 a trent'anni dalla fine dell'egemonia comunista di Pol Pot che aveva sterminato un abitante su 4 del suo paese; ero in Chiapas l'anno scorso a 30 anni esatti dall'avvio della rivolta zapatista del subcomandante Marcos... e poi in Germania nel 2019 per l'anniversario della caduta del muro di Berlino... ed ancora in Burkina Faso dal grande comandante Sankara, anche se lì ho sballato di 4 anni.
E proprio oggi, 15 luglio 2024 sono in Rwanda: lo stesso giorno del 1994 terminava il più rapido e folle genocidio della storia, quello tra le due etnie Hutu e Tutsi, 100 giorni di orrore e violenza inimmaginabile in cui un milione di persone vennero ammazzate a colpi di machete e di propaganda, anche da amici, familiari e parenti, con le solite ovvie connivenze dell'imperialismo occidentale.
Tra l'altro, oggi in Rwanda è un giorno doppiamente importante: si vota infatti per rieleggere per l'ennesima volta il presidente-dittatore Paul Kagame, al governo da tempo immemore, proprio da quei giorni funesti. Riuscirà Paul a spuntarla nuovamente?
L'idea di questo ennesimo mio viaggio improvvisato è soprattutto quella di visitare i musei ed i memorial ruandesi più importanti, incontrando se possibile anche i superstiti del genocidio per raccogliere foto e testimonianze dell'orrore che fu. Poi proverò ad entrare in Burundi, alias il paese più povero del mondo, oppure nel Nord Kivu in Congo, a sole 3 ore di pullman da qui: lì ci sono le più grandi miniere di coltan al mondo (un minerale indispensabile per la costruzione dei nostri smartphone), dove bambini di 10 anni lavorano 12 ore al giorno per soddisfare la bulimia capitalista occidentale (più piccoli sono, meglio è perché possono più facilmente infilarsi in cunicoli stretti).
So bene che la situazione lì è caldissima, con il territorio totalmente in mano a guerriglieri e terroristi: proprio in quelle zone, vicino la città di frontiera di Goma, venne ucciso il 22 febbraio 2021 in un tentativo di rapimento l'ambasciatore italiano Luca Attanasio. Sono in contatto con un sacerdote congolese che operava a San Benedetto e con i salesiani di Don Bosco di Goma: entrambi mi sconsigliano categoricamente l'ingresso vista la situazione drammatica, anzi catastrofica, con guerra civile, milioni di sfollati e massacri impuniti all'ordine del giorno. Vedremo... ovviamente attraverserò il confine se e solo se le condizioni di sicurezza saranno accettabili.