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Diverso come questo blog

Un blog che parla di me e rispecchia totalmente la mia personalità, non può che esser diverso dagli altri nella forma e nei contenuti. Viaggiepianoforte.it è asocial, indipendente, pluritematico e multidisciplinare; è schierato e politicizzato in quanto dichiaratamente socialista, coerentemente ambientalista, anticapitalista, antimperialista ed antineoliberista. E' un blog di nicchia che vuole distinguersi dalla massa offrendo cultura generale e (contro)informazione in modo totalmente gratuito. E' irriverente nel linguaggio, disallineato e politicamente scorrettissimo.

Un blog “asocial”

Avete mai visto prima d'ora un blog di viaggi o musica non presente su nessuno dei principali social network? Bene, benvenuti in viaggiepianoforte.it, nel primo blog totalmente asocial della rete. La verità è che io questi strumenti non li sopporto proprio, ne parlerò in abbondanza nel post "Social media e capitalismo" della sezione pensieri. Tra l'altro poi, oltre alla voglia, non avrei proprio il tempo materiale di stargli dietro, visto che questo non è il mio lavoro né desidero lo diventi. Preferisco avere un'unica piattaforma, certa, proprietaria e totalmente a mia immagine e somiglianza. E fregarmene altamente di like e visualizzazioni.

A questo punto, la domanda da un milione di dollari sorge spontanea: ha senso nell'era dei social avere e curare un blog? E per di più senza social? Quasi tutti, scrollando le spalle mi hanno dato del pazzo. Non so perché ma questa reazione quando parlo, soprattutto di tematiche socio-politico-economiche è sempre più frequente. «Ma i blog sono morti, svegliati, viviamo nel 2020! Instagram è il presente e sarà futuro, se non sei su questa piattaforma non sei nessuno! Hai contenuti di alto livello, belle foto! Se ti iscrivi ad Instagram sbanchi... Ci sono persone che non hanno foto e contenuti e sono lì presenti con successo, tu che invece hai tutto non ci sei! E poi i giovani usano Tik Tok! E poi Facebook è immortale... non puoi non aver un profilo Facebook...» Già, gli stessi che dicevano 10 anni fa che il futuro fosse Twitter o Google plus.

Ma, oramai dovrebbe esser ben chiaro, se tutti dicono una cosa io faccio l'esatto contrario. Non per puro spirito anticonformista ma semplicemente perché la logica che guida le mie decisioni, i miei comportamenti, le mie priorità, nel lavoro come nella vita privata, è assolutamente diversa dalla quella della maggior parte delle persone.

Ha senso dunque oggi, avviare e portare avanti un blog con tutta la mole di lavoro che esso comporta, pur sapendo che la maggioranza dei lettori, ormai, vive su altre piattaforme dove tutto è più veloce ed immediato?

Certo che ha senso, per lo meno per me. Ha senso eccome. In primis perché il blog è uno strumento proprietario: ne hai il controllo assoluto, lo crei e lo gestisci a tua immagine e somiglianza. E' una creatura tua e solo tua, si evolve con te ed ti permette di divulgare ciò che vuoi, come vuoi e quando vuoi. Non devi sottostare a degli algoritmi in costante aggiornamento che tra l'altro tendono a ridurre sempre di più la visibilità dei post man mano che gli utenti aumentano in numero, a vantaggio di contenuti a pagamento. Non devi sottostare alle bizze ed i capricci del CEO di turno, che magari si alza male la mattina perché la sera prima ha litigato con la moglie e cambia totalmente le carte in tavola come i criteri di uso e di accesso o il formato e la qualità delle foto inserite. Su un Social poi ovviamente non possiamo scegliere la grafica e tutto ci è imposto, dal layout alla lunghezza degli articoli.

Cosa ben più importante, nulla è per sempre: soprattutto nel web che evolve a velocità impazzita, ogni cosa nasce, ha un culmine di popolarità ed utilizzo e poi lentamente decresce fino a scomparire. Sarà così anche per la super-divinizzata Instagram e piattaforme come Google Plus lo dimostrano: molte persone lì presenti, hanno visto profili ed anni di lavoro sparire nel nulla dopo un semplice annuncio. Tra l'altro i profili spesso vengono chiusi o oscurati anche senza valide ragioni, alcune volte anche per motivi politici (emblematico il caso Trump nel 2021) e non sempre si riesce a recuperarli. Una spada di Damocle costante. Un social network è dunque un investimento a breve termine perché anche nel caso fortunato in cui avesse lunga vita come ad esempio Facebook, sarà comunque sicuramente ben presto soppiantato da altri; ed io tra 5 anni magari sarò costretto a spostare tutto su un'altra piattaforma in ascesa. No grazie.

E' evidente dunque che un social non potrà mai dare la sicurezza di un blog. Quest'ultimo è il vero investimento a lungo termine perché è nostro a tutti gli effetti; solo noi possiamo decidere se e quando chiuderlo.

Tra l'altro, esso dà la possibilità di articolare ed approfondire argomentazioni complesse senza alcun limite di lunghezza mentre i contenuti nei social sono ben più rapidi e superficiali. Devono esserlo perché queste piattaforme sono nate per scambi veloci; ben presto questi contenuti saranno sommersi da altri e finiranno nel dimenticatoio, difficilissimi da ritrovare, mentre un sito ha una semplice organizzazione con menù e sottomenù a tendina, ogni cosa è al suo posto e semplicissima da trovare.

E poi lo sappiamo tutti, più i post dei social sono frivoli più hanno successo; i miei articoli non penso che lì avrebbero tanto seguito. Due tette ben in mostra con un sorrisino provocante generano milioni di visualizzazioni, esponenzialmente crescenti all'aumentare delle dimensioni delle sacre mammelle, mentre divagazioni su Karl Marx interesseranno quattro gatti. Sui social la gente è inevitabilmente portata a leggere meno: i concetti esposti devono essere brevi ed i thread lunghi sono abbastanza mal visti. Al contrario, le persone che entrano in un blog lo fanno dando per scontato di dover leggere; anche se poi spesso non leggono tutto, mediamente leggono molto di più.

Un diario della mia vita ricchissimo di spunti e contenuti culturali meritava pertanto un blog non un social media. In un web dove tutti parlano e strillano, anche io volevo, "asocialmente" e senza rompere le scatole a nessuno, esser presente perché penso di aver qualcosa da dire e da raccontare. Con un blog potrò essere ultra discreto perché potranno leggermi solamente gli internauti che volutamente mi cercano.

In definitiva, per me blog significa libertà, discretezza, sicurezza ed ordine, maggior lavoro iniziale ma minor lavoro successivamente fregandomene altamente delle visualizzazioni, mentre Social Media vuol dire conformismo, assoluta mancanza di identità, invadenza, insicurezza e disordine, schiavitù di algoritmi e fine certa in un tempo più o meno breve.

E per pubblicizzare l'uscita di nuovi post o registrazioni musicali? Due metodi soltanto: newsletter via mail ed un canale telegram, quest'ultimo davvero libero e sicuro, gratuito, illimitato, discreto, unidirezionale e non soggetto a censura come Facebook, Twitter o Instagram. Russo, non americano. E non è poco.

Un blog ambientalista, politicamente scorretto e multitasking

Benvenuti anche nel primo blog di viaggi e musica a totale impatto zero. Un ambientalista convinto come me doveva per forza di cose creare un sito veramente "verde" che non fosse una mera operazione di "greenwashing". Fatemelo dire, sono davvero orgoglioso di questo, perché lo sforzo, anche economico, per arrivarci non è stato banale. Grazie Foreste per Sempre, grazie Prof. Dario Sonetti per la collaborazione e l'aiuto costante fornito in questi mesi. Spero davvero di esser da esempio per qualcun'altro. Il mondo ha bisogno di foreste. Tante foreste. Foreste per Sempre.

In ogni caso, a prescindere dalla sua "asocialità" e dal suo unico, al momento in cui scrivo, nullo impatto ambientale, Viaggiepianoforte.it è un comunque un blog assolutamente atipico perché decisamente irriverente nella forma ed eterogeneo nei contenuti.

Le tematiche socio-politico-economiche sono trattate in modo "scorretto" e con un linguaggio volutamente colorito e provocatorio per svegliare le coscienze e stimolare riflessioni. Sono perfettamente consapevole invece, che molto probabilmente stimolerò anziché riflessioni, soprattutto rifiuto e repulsione perché questo tipicamente accade quando espongo le mie tesi e considerazioni che contraddicono puntualmente e costantemente il pensiero unico, imposto al popolo dalla classe dominante mediante la martellante propaganda massmediatica.

Viaggiepianoforte.it oltreché irriverente nella forma e nel linguaggio, è poi anche decisamente eterogeneo nei contenuti. E' un blog di viaggi? Di subacquea? Di alpinismo o sport in generale? Di pianoforte e musica? Oppure di cultura generale, di storia, di problemi d'attualità o di tematiche politico-economiche? E' un libro o un diario della mia vita?

La verità è... boh... Direi un po' di tutto. Questo blog ha la grande, enorme ambizione di volere mettere tutto insieme, un grande ed incredibile calderone di contenuti, un tentativo, sicuramente maldestro non me ne vogliate, di far pace una buona volta con tale lato multitasking della mia personalità, con il quale a dir il vero combatto ogni giorno perché indubbiamente genera stress ed un ritmo di vita frenetico senza mai pause e momenti di beato fancazzismo.

In tale blog, multitasking come me, la parte dedicata ad i viaggi è poi anch'essa totalmente sui generis. Non troverete nei miei post, guide di viaggio del tipo "le 10 cose imperdibili", "cosa vedere e cosa fare", "dove dormire e dove mangiare", "cosa metter in valigia"... Sinceramente non penso che abbia molto senso: ci sono centinaia di guide, cartacee e digitali, centinaia di siti un po' tutti uguali per questo. Oggi con un click si sa tutto di ogni angolo del pianeta. Ed io devo perder ore del mio prezioso tempo per scrivere cose che stanno scritte in almeno altri cento siti? No grazie. E poi oggi luoghi e strutture cambiano davvero con una rapidità pazzesca.

Non recensisco dunque hotel e ristoranti o sponsorizzo oggetti da acquistare: non è l'obiettivo di questo blog guadagnare con affiliazioni o link pubblicitari magari di piattaforme come Amazon che hanno costruito il loro impero economico sullo sfruttamento dei minori nei paesi del secondo e terzo mondo, bassi salari e la precarizzazione del lavoro. Jeff Bezos ha centinaia di miliardi di dollari nel suo conto, valore difficile anche solo da immaginare, ma dall'altro lato del pianeta un bambino di 10 anni indonesiano non va a scuola e sta lavorando per lui. Criminale. Miliardi di dollari sul conto di Jeff grazie al plusvalore marxiano ottenuto dai bambini che non studiano e saranno schiavi a vita del sistema capitalista.

No, assolutamente niente affiliazioni o link pubblicitari. Altra anomalia assoluta... tutto in questo blog è totalmente gratuito. Cultura e (contro)informazione gratuita. E' un blog dal popolo per il popolo. Un blog populista.

Non credo poi nemmeno che il solo fatto di essere stati in un posto magari per pochi giorni soltanto dia il diritto di considerarsi esperto o conoscitore del luogo in questione e sia per questo un motivo sufficiente per parlarne. Né vendo un modus vivendi. Ognuno vive come preferisce, viaggia se può e se vuole, viaggia come, dove e con chi vuole.

Nei miei post di viaggio, voglio semplicemente raccontare, anche e soprattutto con foto e video, un'esperienza, la mia esperienza, un'avventura, una persona incontrata, un dialogo, una storia, un'emozione, un pensiero o una riflessione, un imprevisto più o meno piacevole. Magari un museo, parlare di un'opera d'arte che mi ha colpito, un'ascensione o un'immersione particolarmente intensa. Le pochissime volte che ritengo siano utili, posso anche comunicare informazioni pratiche. Ma sarà credo l'eccezione, assolutamente non la norma.

Molto più spesso invece i miei viaggi saranno l'occasione per introdurre temi importanti di storia, di cultura o d'attualità; o anche banalmente per parlare soltanto di me e della mia famiglia. Insomma, se siete capitati qui in cerca di una guida di viaggio, magari scopiazzata da altre nel web, allora siete decisamente nel posto sbagliato. Questo è un blog diverso. Diverso come me.

Una precisazione importante su attrezzatura e strumenti utilizzati per la realizzazione del sito.

Tutte le foto ed i video di questo blog sono farina del mio sacco e provengono da semplice smartphone, nemmeno di fascia alta. Se il soggetto o l'oggetto della foto è vicino e statico, l'occhio è buono, la mano pronta e la luce è sufficiente, un buon telefonino può infatti dar risultati comparabili a quelli delle migliori ma ben più ingombranti reflex. Sempre in tasca, sempre pronto a scattare in modo discreto senza dare nell'occhio: provate ad andare in Honduras o a El Salvador con una reflex e vedete dopo quanti secondi vi assaltano. Attualmente ho ancora un semplice Samsung S10e. Il bel materiale multimediale del Nepal, del Guatemala, della Tanzania, delle Svalbard e di tanti altri posti è tutto merito suo: tale cellulare mi accompagna da ben 4 anni. Cerco di resistere alle sirene del capitalismo ed alla criminale pratica dell'obsolescenza programmata: non mi serve l'ultimissimo modello da 1500 euro per esser più felice, con quei soldi piuttosto mi ci faccio una settimana di viaggio ed immersioni in Italia o in Indonesia oppure ci vado a sciare sulle Alpi. Per la doppia ripresa invece dei video musicali, mi viene in soccorso l'iphone di Gaby, non senza incazzature però della mia dolce metà perché comunque gli devo sequestrare il telefono per un po' di tempo.

Scheda audio da un centinaio di euro Focusrite, programmi audio e video free open source quali Audiacity ed Openshot ed un pc portatile Dell XPS 15", completano la dotazione tecnologica di tale blog. Tutto qua. Anzi no, manca lo strumento principe del sito: il pianoforte.

Ah, quanto vorrei un Fazioli F308 gran coda! La Belen Rodriguez dei pianoforti... un Fazioli da concerto da 3 metri e passa... non c'è penso, oggetto al mondo che più desidero. Sia ben inteso, anche il Fazioli mezza coda o il "semplice" codino F156 mi andrebbero benone, eh! Vivendo però in condominio in un appartamento di 80 metri quadri e non avendo sul conto corrente qualche centinaio di migliaia di euro per acquistarlo, mi devo accontentare di un piano digitale Yamaha Clavinova CLP625. Fa niente... se avete letto "la leggenda dell'aquila" avrete comunque capito che Clavinova è diventata lo stesso la mia amante. Non sarà Belen Rodriguez, ma mi accontento. Ci sa fare e sessualmente comunque mi soddisfa. Mezzoretta di amore al giorno quando va bene.

Infine, è il momento delle scuse. Doverose. Purtroppo in questo blog, davvero corposo ed impegnativo, ho dovuto rinunciare al perfezionismo il quale implica inevitabilmente aumento dei costi e dei tempi. Ho fatto del mio meglio con il materiale che avevo ed il tempo a disposizione. Chiedo umilmente scusa a fotografi, videomakers, scrittori, politici e pensatori, pianisti veri, subacquei, alpinisti... io non sono nulla di tutto questo ma solo un uomo in cerca di sé, con un proprio pensiero ed una propria identità in continua evoluzione, che ama vagabondare per il mondo, con un amore sconfinato per la natura selvaggia ed incontaminata, appassionato di sport e pianoforte. Un uomo forse un po' diverso. Diverso, come questo blog.

Obiettivi del blog

Di obiettivi questo blog ne ha tanti.

Il primo, soprattutto in ordine temporale è stato quello di salvarmi. Salvare la mia anima che nel 2020, poco dopo aver toccato i quasi i 6000 del Kilimangiaro in Tanzania, si era persa. La crisi di mezza età a me è arrivata 10 anni prima, non a 50 ma a 40. Un brutto incidente alla mano sinistra proprio all'inizio del lockdown, i mesi di infortunio, reclusione, isolamento ed una successiva forte delusione lavorativa mi avevano messo a terra e lasciato improvvisamente senza energie fisiche e mentali; mi avevano fatto capire che era arrivato il momento di cambiar strada, proprio quando però non avevo le forze per farlo ed il paese era in una Caporetto psicologica ed economica. Per la prima volta nella mia vita ero caduto in una profonda crisi personale ed esistenziale.

Non potendo avere il conforto di madre natura a causa del coprifuoco, dei cecchini nelle strade e dei medici della peste col becco in televisione tipo San Burioni e Santa Capua, mi son messo a scrivere per ricordare le esperienze vissute nella mia vita. Mi son messo a ricordare per ritrovare la voglia di sognare; ricordare per ritrovare la voglia di scrivere. Il blog è stato la mia medicina, in quei lunghi 150 giorni dell'aquila dove il fondo del buco nero era davvero vicino, la mia mente si era inviluppata in pensieri negativi da cui non usciva, i demoni notturni erano sempre con me e non mi lasciavano dormire. Scrivere mi è sempre piaciuto ma non pensavo avesse queste potenzialità terapeutiche.

Quando ho cominciato a scrivere, non avevo le idee molto chiare di quello che sarebbe stato il blog. Ho lasciato che fato ed istinto guidassero le mie scelte. Come quando sono in viaggio, dove quasi mai nulla è programmato in anticipo. Poi, man mano che spuntavano i nuovi artigli ed il nuovo becco e piume forti e leggere prendevano il posto delle vecchie lunghe ed appesantite, man mano che il potere terapeutico della scrittura, della musica e della famiglia si manifestava e la mente riacquistava lucidità, serenità e intraprendenza, anche gli obiettivi di questo blog divenivano sempre più chiari.

Volevo anzitutto fare ordine nel passato, ricordare quanto vissuto e non dimenticare esperienze molto intense, a volte pazzesche; volevo avere tali ricordi ovunque sempre con me a portata di mano potendo così prolungare all'infinito i miei viaggi e ridurre di conseguenza la melanconia dell'abbandono.

Ho lasciato le Galapagos, l'Isola di Pasqua, Cuba, Raja Ampat, il Nepal, la Norvegia e molti altri luoghi del mondo con occhi lucidi. Io mi affeziono assurdamente ai posti che vedo e le persone che incontro. Mi restano dentro per sempre. Tornare da Rapa Nui, da un'immersione a Batu Bolong o da un'ascensione sull'Himalaya mi rende sempre al ritorno una persona diversa e certe immagini, certi incontri li ho stampati nella mente e nel cuore. Non vanno via. Per lo meno a me, non vanno via. Ogni posto che visito mi riempie l'anima e me la svuota completamente quando lo abbandono. Spesso prima di addormentarmi ricordo quegli attimi... l'incontro con uno squalo balena a Delsan Wreck, con un leone in Tanzania, l'incredibile vista dei più alti 8000 del mondo sulla vetta del Gokyo Ri in Nepal, i moai di Rano Raraku, l'incontro con un tricheco nell'artico e di una Sula Piediazzurri nell'isola di Santa Cruz alle Galapagos, la scalata di una gigantesca piramide Maya nell'America centrale... E mi commuovo dall'emozione. Sono fatto così.

I ricordi sono struggenti, a volte feroci. Ma col tempo si affievoliscono, sfumano nell'oblio e si perdono negli anfratti della memoria. Io non voglio dimenticare le bellissime emozioni provate e questo blog viene in mio soccorso: le fotografie ed i video fermano per sempre l'attimo indimenticabile mentre la scrittura tiene vivo il ricordo permettendomi di continuare con la mente il viaggio che ho fatto in passato. Ogni ricordo è così per sempre con me. Non solo: è anche a disposizione di tutti voi, di tutte le persone del mondo interessate ai miei pensieri ed alle mie avventure.

La speranza è di far sognare terre vicine e lontane, con racconti immagini e video; la speranza è di riuscire ad entusiasmare e scaldare cuori ed anime con le dolci note suonate al pianoforte ma anche di stimolare riflessioni su importanti vicende del passato e sui grandi problemi attuali dell'umanità. L'obiettivo è ambizioso me ne rendo conto.

Mi piacerebbe che tale blog sancisca anche la mia immortalità. Josè Martì, padre della rivoluzione cubana sosteneva che ci fossero tre cose sufficienti per ottenere la vita eterna: mettere al mondo un figlio, piantare un albero e scrivere un libro. Questo pensiero mi è sempre piaciuto tantissimo tanto che lo ripetei nel discorso di commiato fatto al funerale del mio caro nonno Mimì.

Io di figli ne ho fatti due, così nemmeno ho contribuito alla sovrappopolazione del mondo. Di alberi ne ho piantati in abbondanza, direi che 1400 mq di foresta tropicale in Costarica per render tale blog a totale impatto zero con Foreste per Sempre, possono bastare... Dovevo ora scrivere un libro. Ma visto che ho 40 anni e non 90, dunque avrei sicuramente avuto qualcosa da aggiungere nel corso degli anni, ho pensato che, invece di un libro, avrei potuto realizzare un blog che potessi costantemente aggiornare e modificare, un blog che raccontasse di me, della mia famiglia e di tutte le mie tante passioni, sportive, musicali e culturali. Diciamo che ho rivisitato la frase di Josè Martì in chiave moderna, contemporanea: "Fai un figlio, pianta un albero, scrivi un blog e vivrai per sempre".

Magari chissà, un domani quando passerò a miglior vita o mi stuferò di scrivere, ci penseranno Leonardo e Maya a continuare tale blog, visto che entrambi suonano e studiano il pianoforte sotto la supervisione del grande Roberto Sabini, entrambi sono nati viaggiatori ed hanno una particolare sensibilità artistica.

Immortalità o no, in viaggiepianoforte.it voglio urlare al mondo gioia e speranza di cambiamento.

Questo blog è soprattutto per voi due Leonardo e Maya: vuole esser un inno alla felicità, alla positività ed un invito a sfruttare alla grande la risorsa più preziosa e limitata che abbiamo, ovvero il tempo.

Vale la pena vivere, uscire, coltivare le proprie passioni, inseguire la felicità e non il denaro, accendere il cervello e spegnere tv e dispositivi elettronici. Incontrarsi, litigare ed abbracciarsi, avere il coraggio di cambiare se non si è soddisfatti, abbandonare i social, devastanti per la psiche soprattutto delle generazioni più giovani. Scambiarsi idee e discutere, riempire le piazze anche e soprattutto in tempo di Covid e con coprifuoco, medici della peste col becco e cecchini in giro. Gridare il nostro disprezzo ad un sistema che ci vuole consumatori incalliti, amebe intellettuali cerebrolese, schiavi digitali e sempre più soli. Un invito a vivere appieno le nostre vite.

Vale la pena lottare, rifiutare l'omologazione ed il conformismo, esser noi stessi e dunque inevitabilmente diversi. La diversità è un dono. Significa identità. Leonardo, Maya e tutti i giovani del mondo: Siate contro! Siate rivoluzionari! Pensate col vostro cervello, mai con quello di altri! Siate diversi. Diversi, come questo blog.