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Il più grande successo dell'euro

Il degrado e la decadenza di Atene

Atene è una città immensa nella cui area metropolitana si concentra ben un terzo degli abitanti di tutto il paese; per tutti è sinonimo di acropoli, la rocca appollaiata su una delle tante colline cittadine che domina dall'alto la distesa infinita di palazzi, sede di meravigliosi templi come il Partenone, senza alcun dubbio il simbolo della capitale e dell'intera Grecia. Acropoli a parte, però Atene è piuttosto brutta e squallida: un quartiere carino e molto turistico proprio sotto la rocca, La Plaka, una via dello shopping, la Ermou, che da Piazza Syntagma porta dritto a Monastiraki e poco altro.

Sotto alla rocca dell'acropoli: in basso il teatro di Dioniso

Piazza Monastiraki è forse il luogo più affascinante di Atene, il luogo dove passato e presente si incontrano: la vista è grandiosa con la caratteristica stazione della metropolitana del 1800, la chiesetta bizantina del X secolo, unica costruzione rimasta del monastero un tempo esistente che diede il nome alla piazza, la moschea di Tzistarakis, oggi chiusa al culto ed ospitante un museo ed il ministero della cultura greco... poco più decentrata si trova la biblioteca di Adriano, edificata durante il periodo romano. E poi localini, negozietti e ristorantini; su tutto svetta imponente l'acropoli che dall'alto domina completamente il panorama. L'atmosfera diviene magica al tramonto e soprattutto la notte quando tutta la rocca è illuminata e le viette intorno alla piazza si riempiono di giovani.

Piazza Monastiraki

Ma Atene, al di là dei templi antichi, offre poco o nulla e la crisi economica l'ha resa ancora peggio di come era prima. Basta allontanarsi poco dal centro e non si incontra più nessun turista. E si conosce la vera Atene.

Devo esser onesto, anche se le città in generale, tutte quante, le sopporto a fatica, metropoli di questo tipo, molto centro-sudamericane ed underground, popolari, maltenute, piene di odori strani, palazzi fatiscenti, mendicanti ad ogni angolo, in me esercitano comunque un certo fascino... però capisco bene quando tutti dicono che Atene è davvero brutta. La città casca letteralmente a pezzi, in alcune zone sembra bombardata e mi ricorda moltissimo L'Avana a Cuba. La manutenzione è assente, puzza di piscio dappertutto nelle strade; è davvero frequente vedere persone pisciare per terra. Appena fuori dal centro, ma anche nel centro stesso se l'occhio è attento, il degrado prende il sopravvento. Ovunque, disperati per terra, sopra cartoni o materassi mezzi rotti, ad ammazzare il tempo e se stessi. Gli sconfitti della globalizzazione. Sembra di stare in India.

I quartieri di Exarchia, Omonia, Agios Pantaleimon e Metaxourgeio dove cammino ore ed ore alla ricerca di incontri, esperienze e conoscenza, forse sono la vera anima ribelle di Atene, centrali e periferici allo stesso tempo, sporchi, malmessi e maleodoranti, un cimitero di palazzi fatiscenti. Finestre sbarrate, murales ovunque, spacciatori e tossici col cervello bruciato dalla sisa, puttane di strada. Un gigantesco museo di street art, chioschi e botteghe arabe ed indiane, laboratori artigianali, studenti, lavoratori, disoccupati, disperati, punk e cani randagi. Immigrati ovunque, di greci se ne vedono ben pochi. Gran parte delle attività commerciali sono fallite in pochi anni ed oggi hanno le finestre sbarrate e le saracinesche abbassate oppure sono stati sostituiti da alimentari pakistani e bengalesi o negozi di abbigliamento cinesi.

Decadenza degli edifici ateniesi nel centro storico

I giovani? I giovani vagano. Pochissimi lavorano o studiano. I ragazzi in Grecia non hanno futuro, così d'estate si spostano nelle isole per vivere di turismo, mentre d'inverno si arrangiano come possono. Chi può scappa dal paese in cerca di fortuna. Ma non tutti ce la fanno e riescono a fuggire. Non i più deboli, non i più sensibili. Non i più soli ed indifesi, non i più sfortunati. Quelli no, quelli il sistema capitalista e neoliberista li abbandona all'inferno. Così, incapaci di reagire ed impotenti di fronte al sistema che non gli ha dato alcuna possibilità di riscatto e li ha schiacciati ed umiliati, si lasciano andare e trovano rifugio dell'alcool e nella droga. Che ad Atene deve avere due requisiti fondamentali: costare pochissimo ed esser autodistruttiva, il più possibile. L'eroina dei poveri, venuta alla ribalta con la crisi economica e per questo battezzata anche “droga dell'austerity”, è la sisa, una specie di leggenda ad Atene perché nessuno sa esattamente cosa contenga: a quanto pare un mix infernale di metanfetamine di basso livello e qualità tagliato con ogni genere di merdaccia come shampoo, candeggina, olio motore, addirittura acido di batterie d'auto. Viene perlopiù fumata in pipe di vetro o iniettata direttamente in vena. Dicono che se iniettata, la vita è breve, non più di 6 mesi. Un suicidio lento ed inesorabile. La carenza di siringhe e la prostituzione dilagante anche per acquistare droga, crea poi un aumento vertiginoso di casi di HIV che non possono esser curati per la mancanza cronica di farmaci antiretrovirali causata dal taglio dei fondi alla sanità. Una tragedia. Una moderna tragedia greca, 2.500 anni dopo Eschilo, Sofocle ed Euripide. Un paese sacrificato sull'altare del pantheon neoliberista.

Gironzolo per strada, spesso solo, lasciando Gaby ed i bambini in qualche ristorantino in zona più centrale e scappando in metropolitana verso il degrado. Altre volte invece li porto con me, per far vedere e far capire a Leonardo e Maya le origini del mio rifiuto totale verso l'UE ed il liberismo. Leonardo e Maya hanno sempre visto la povertà viaggiando con me nel mondo nei posti meno battuti dal turismo, ma sempre accompagnata da grande dignità e felicità nelle persone, anche se non avevano nulla. Mai avevano visto, nemmeno nei quartieri più malfamati di Mexico City, il degrado sociale, barboni, tossici e puttane nemmeno ragazzine. E sono abbastanza turbati. «Babbo, cos'è quella pipa di vetro che fumano? Perché tremano che fa caldo? Perché quello sta urlando contro il bidone della spazzatura? Babbo cambiamo strada... perché dobbiamo stare in questo albergo bettola fatiscente in questo quartiere puzzolente e pericoloso? Quello che sta per terra è morto? Chi sta aspettando quella ragazzina così truccata sul marciapiede?» Leonardo e Maya che hanno sensibilità particolare, sono turbati. Lo capisco, ma queste cose le devono vedere. E viaggio con loro quando posso affinché apprendano, non affinché si divertano.

Effettivamente in zona Omonia, Exarchia e Metaxourgeio si vedono tantissimi giovani, adulti addirittura cinquantenni e sessantenni, dalla vita breve, fumare queste pipe buttati sotto i portici. I fatti, o megli gli sfatti di sisa, si riconoscono perché sembrano alieni alienati, parlano da soli, inveiscono contro muri o bidoni della spazzatura stracolmi di rifiuti, sbandano, cascano per terra. Urlano contro semafori e macchine. Occhi spiritati. Dicono che possono anche esser pericolosi ed aggressivi. Possibile, ma a me francamente sono sembrati più zombies senza un filo di forze. Si drogano e poi rimangono buttati sul ciglio della strada, immobili. Ore ed ore, quasi morti. E forse lo sono davvero. Uno spettacolo pietoso. Scene da trainspotting nel centro di Atene. La culla della democrazia e della civiltà. Braccia, cervelli e cuori rubati alla rivoluzione.

Ma la droga è davvero soltanto una conseguenza della crisi economica e sociale? O è anche voluta e ben accettata dal sistema per controllare le masse? Addirittura favorita? A pensar a male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca. Guarda caso, ogni qual volta nella storia il conflitto sociale si fa forte, le strade delle periferie vengono inondate di merda a basso costo per anestetizzare le coscienze e sopprimere slanci rivoluzionari. E' successo negli anni 70 in Europa con i movimenti studenteschi sessantottini; in Italia ad esempio l'operazione segreta “bluemoon”, condotta dalla CIA, aveva l'obiettivo di diffondere oppiacei, eroina in particolare, tra i giovani delle città italiane più coinvolte nella contestazione studentesca, fiaccando così le velleità rivoluzionarie dei ragazzi ed esaltandone gli istinti anarchici ed individualisti. E' successo anche negli USA con i movimenti afroamericani del Black Panther Party. Accade qui, oggi ad Atene.

Alla diffusione di droga economica si accompagna diffusione di prostituzione economica, soprattutto minorile. La disoccupazione femminile giovanile, già alta prima del 2010, raggiungerà cifre record, folli dopo i generosi Memorandum della Troika. Quasi i due terzi delle giovani donne nel 2013, sono inoccupate, valore che stride con quello della Baviera tedesca, pari a zero. Le conseguenze sono facili da immaginare. Le ragazzine greche, per mantenersi agli studi, pagare le bollette, acquistare cibo, semplicemente per poter vivere, vendono l'ultima cosa che gli è rimasta, il loro corpo. E lo fanno, causa crisi, a prezzi sempre più bassi. Perché l'euro genera deflazione salariale anche alle puttane. Le cifre si abbassano a livelli assurdi in zona Metaxourgeio, dove si trova il nostro fatiscente alberghetto: una ragazzina, credo nemmeno quindicenne, truccata in modo sgradevolmente pacchiano, mi offrirà compagnia per soli 15 euro. Ma io sono chiaramente un turista e l'ha sparata alta. Penso che i prezzi possono abbassarsi anche fino alla metà con la tipica clientela locale: immigrati e proletariato di periferia.

Mercato della droga, dell'alcool e della prostituzione in Grecia non temono crisi: la produttività e l'occupazione crescono sempre di più mentre il costo del lavoro e della materia prima, sisa e tette, si riduce al contempo sempre di più. Signori e signore, ecco a voi il neoliberismo in tutta la sua essenza.

Leonardo e Maya cominciano forse a capire i miei deliri contro l'Europa dell'austerity, cominciano forse a capire tutte le stronzate sull'Europa dei popoli lette nei libri di scuola ed ascoltate dalla becera propaganda in TV. Cominciano a capire perché a Bruxelles li portavo a fare per divertimento corna e diti medi nei palazzi del potere. Leonardo e Maya hanno visto, nel cuore del continente della pace, della solidarietà e della fratellanza dei popoli, il degrado estremo di Omonia, Exarchia e Metaxourgeio, a 15 minuti a piedi dai fasti e dalle luci di Monastiraki.

Non potevano che nascere in queste zone degradate tutti i movimenti di protesta di estrema sinistra e di estrema destra contro il modello economico liberista basato su disuguaglianza sociale, austerità, corruzione, violenza economica radical chic perbenista e denigrazione del dissenso. Non potevano che nascere in questi quartieri i movimenti politici euroalternativi Syriza di Alexis Tsipras e nazisti di Alba Dorata.

Mamma Troika arriva in Grecia: primo Memorandum

La storia della crisi greca e con essa dei debiti sovrani dell'area euro, comincia nei palazzi del potere di piazza Syntagma ad Ottobre 2009, quando il presidente del consiglio Papandreu ed il ministro delle finanze Papacostantinou annunciano che il disavanzo per l'anno successivo sarebbe stato doppio rispetto alla previsione, rivelando pubblicamente che i bilanci economici trasmessi dai precedenti governi greci all'Unione europea erano stati falsificati. Una bomba per i mercati. Nel 1999, effettivamente la Grecia non aveva i numeri per entrare nell'euro e truccò i conti per nascondere la voragine nel bilancio e poter aderire all'unione monetaria, esattamente come fecero altri stati, Italia compresa. Di chi è stata la colpa? Degli scellerati e corrotti governi ellenici? Certo, anche loro, sicuramente non proprio campioni mondiali di parsimonia ed ordine nei conti: basti ricordare le spese pazze dell'Olimpiade del 2004 che contribuirono a far schizzare verso l'alto il debito pubblico già alto del paese. Atene ha le sue belle colpe senza dubbio: la corruzione era dilagante e la spesa pubblica eccessiva, senza adeguate misure redistributive e compensative come tassazione dei capitali finanziari e della ricchezza privata. Ma furono solo loro i responsabili? Certo che no! Dietro l'operazione di falsificazione dei conti c'erano menti ben più sottili e diaboliche. Dietro tale scellerata operazione c'era Goldman Sachs, la quale ben sapeva che anni dopo avrebbe potuto speculare sulla vicenda alla grande. Goldman Sachs per chi non lo sapesse, è “la banca che governa il mondo”, il braccio armato di gruppi criminali neoliberisti come Bildelberg, Trilaterale, Aspen Institute e G30 che oggi decidono le sorti di tutti i governi nazionali. Gran parte dei leader neoliberisti del mondo provengono dalla principale banca d'affari americana. Essa domina e controlla totalmente l'economia del pianeta attraverso il noto fenomeno del “revolving doors” in base al quale, persone con ruoli importanti e strategici nella banca d'affari ed a lei fedelissimi, in totale affiliazione massonica, passano poi ad incarichi pubblici con enorme evidente conflitto d'interessi. Per restare solo in Italia, Monti, Draghi, Prodi, Letta e tanti altri, provengono tutti da lì. Nel settore farmaceutico avviene la stessa cosa, lo stesso fenomeno perverso, con dirigenti e lobbisti delle multinazionali di Big Pharma che finiscono magicamente per ricoprire incarichi di prestigio in enti pubblici che dovrebbero esser superpartes come EMA, AIFA, FDA, ed OMS, oltretutto a loro volta totalmente finanziati e dunque controllati non dagli stati nazionali ma dagli stessi colossi del farmaco. Ed il popolo dovrebbe fidarsi della politica e della scienza.

Fatto sta, tornando alla Grecia, che nel 1999 Goldman Sachs vendette derivati, sostanzialmente prodotti finanziari spazzatura, al governo greco che permisero trucchi contabili finalizzati alla sparizione artificiosa di parte del debito pubblico. Sapete chi era il governatore della banca centrale ellenica nel momento della truffa e che dunque partecipò alla grande alle scellerate operazioni contabili di Goldman Sachs, che avrebbero spolpato il paese? Risposta: Papademos, ovviamente ex pupillo Goldman Sachs, nonché membro Bildelberg, Trilaterale e G30. Se la cantano e se la suonano. Per l'ottimo servizio reso alla finanza speculativa internazionale, Papademos nel 2001, solo due anni dopo il tracollo del suo paese, viene insignito nientepopodimeno che della vice-presidenza della BCE sotto Jean-Claude Trichet. Dunque prima ha falsificato i conti a danno dell'intero popolo greco ed ad unico beneficio di Goldman Sachs e poi viene premiato con un incarico in quell'istituzione che in teoria dovrebbe vigilare sulla regolarità dei conti. Papademos sarà poi ulteriormente premiato con la guida dello stato ellenico nel 2011. Revolving doors. Dal privato al pubblico e viceversa in un infernale conflitto d'interessi. La Troika d'altronde deve mettere un suo uomo di fiducia per assicurarsi che i suoi criminali PAS, programmi d'aggiustamento strutturali, vadano a buon fine, senza intoppi di sorta.

Tornando alle vicende del 2009 ed alla rivelazione shock di Papandreu e Papacostantinou sui conti greci, tutti ricordano quanto successo in seguito: mercati internazionali in fibrillazione e crollo clamoroso di tutte le borse europee. Il golpe si prepara, in Grecia come in Italia. Intervengono le agenzie di rating, aziende private che hanno l'abnorme potere di buttare giù governi nazionali non più monetariamente sovrani, ad un solo cenno di JP Morgan e Goldman Sachs. Queste sanguisughe cominciano un costante e progressivo declassamento che porta la valutazione dell'affidabilità greca da A a CCC, livello definito spazzatura. L'anticamera del fallimento. La Grecia, culla della civiltà e della democrazia diviene spazzatura, lo spread si impenna e va rapidamente fuori controllo. Il governo sotto ricatto, risponde con manovre lacrime e sangue, aumenti IVA ed accise sui carburanti, tagli retribuzioni del 30% e della spesa pubblica, annullamento tredicesime e quattordicesime, licenziamenti indiscriminati e mobilità, tagli delle pensioni ed innalzamento dell'età pensionabile, riduzione radicale degli ammortizzatori sociali e del welfare state, aumento delle tasse su immobili, liberalizzazioni e privatizzazioni, deregolamentazione del mercato, riduzione delle leggi sulla tutela del lavoro, deflazione salariale e svendita di patrimonio pubblico per far cassa... Non basta. Lo spread supera la quota fatidica delle 4 cifre, toccando i 1020 punti: gli investitori, alias gli squali della finanza, pretendono dall'acquisto di titoli di stato greci un rendimento maggiore del 10% rispetto ai ben più sicuri bund tedeschi. Lo stato greco comincia a finanziarsi dunque a tassi di usura che mandano rapidamente in bancarotta il paese. Lo spread arriverà nel 2012 addirittura a 3440.

La bandiera greca ed europea sventolano insieme fuori l'aeroporto Venizelos di Atene

Arrivano presto i salvatori del mondo. Fiato alle trombe! Pepperepe peppè!! Arriva mamma Troika (UE, BCE e FMI), quel mostro tentacolare turboliberista, che non può permettere che la crisi greca si propaghi a tutta l'eurozona e, buona com'è, eroga un prestito di salvataggio di 110 miliardi di euro in 3 anni, sufficiente secondo palazzo Berlaymont per rimettere il paese in carreggiata, aumentare il PIL e ridurre il debito. Ma si sa, le previsioni e le stime della commissione europea quanto ad inattendibilità, fanno concorrenza solo a quelle ancor più strampalate e farlocche del fondo monetario internazionale. E così al primo prestito ne seguirà un altro ed un altro ancora. Ovviamente sempre a patto di “fare le riforme”. Riforme che oramai anche il più indottrinato dei radical chic del PD con Repubblica sotto al braccio, Fanpage sul telefonino ed abbonamento annuale all'Espresso ed Internazionale, ha capito cosa significano. Sostanzialmente trattasi delle misure economiche killer di cui sopra, neoliberiste ed anticostituzionali, finalizzate alla totale riduzione del potere dello stato a vantaggio del dominio dei mercati, il tutto in cambio di prestiti a tassi di usura, che faranno impennare ancor di più il debito pubblico, costringendo a nuovi aiuti, a tassi d'usura sempre maggiori ed a condizioni sempre più stringenti per l'economia. Il delirio euroinomane montiano e draghiano è servito, in tutta la sua potenza. La Grecia è commissariata dal fondo salva stati, il famoso MES tanto caro al Movimento 5 stalle (non è un errore la a al posto della e). I programmi di aggiustamento, prenderanno il nome di Memorandum. Ce ne saranno 3 diversi. Il primo nel 2010, il secondo nel 2012, il terzo nel 2015, ciascuno con piano triennale.

Il 5 maggio 2010, giorno della ratifica del primo memorandum da parte del governo Papandreu, l'intera Grecia era bloccata. Ad Atene le saracinesche erano abbassate, le scuole, gli uffici, i treni e gli aerei fermi. Tutti per strada, mezzo milione di persone solo nella capitale, tutti consapevoli che il paese stava morendo. La rabbia sale e le vie intorno a Piazza Syntagma si trasformano in un campo di battaglia, con furgoni della polizia schierati a difesa delle banche e dei palazzi del potere, principale obiettivo dei manifestanti. Atene brucia. Tutto inutile perché il governo ha già deciso: ha la pistola di mamma Troika puntata alla tempia e terrorizzato dalla morte, preferisce la tortura quotidiana e la schiavitù tedesca rispetto ad un colpo secco in testa ed una possibile faticosissima rinascita da stato libero.

Un gruppo di infiltrati incappucciati da fuoco alla Marfin Bank e nel rogo muoiono 3 persone tra cui anche una donna incinta. Orrore. Black block lasciati indisturbati come nel G8 di Genova? O persone pagate dal sistema per delegittimare le manifestazioni popolari? Io credo più alla seconda ipotesi. Ma questa fu solo la prima delle tante manifestazioni che seguirono, sempre più violente alle quali parteciparono sempre più persone, sempre più esasperate ed inferocite dalle politiche dell'Europa della pace e della fratellanza. La repressione della polizia è d'altro canto sempre più spietata. La marea sale e finiscono sott'acqua anche persone che pensavano di esser al sicuro come dipendenti statali ed imprenditori di successo che mai avrebbero pensato nella loro vita di scendere in piazza a prendere manganellate. Tranquilli e pacifici impiegati pubblici improvvisamente con gli occhi gonfi di odio e di rabbia perché non hanno più cibo da dare ai loro figli.

Secondo Memorandum: i golpe bianchi di Grecia ed Italia con Papademos e Monti

Nell'ottobre 2011 fu necessario un secondo prestito di salvataggio, ancora più corposo del primo, da ben 130 miliardi di euro, condizionato ovviamente dall'attuazione di un altro durissimo pacchetto di austerità che prevedeva una vera e propria mannaia sui piccoli risparmiatori greci. Al presidente socialista George Papandreou, tremano le gambe. Sa che ha una pistola puntata alla tempia. Otra vez. La firma del secondo memorandum sta ammazzando il suo popolo, tutto riversato nelle piazze ad urlare e protestare: scontri, morti e feriti. Contro le decisioni della parte “progressista” del governo, l'equivalente italiano del PD, decide di interrompere le trattative con le istituzioni internazionali ed indire un referendum: se bancarotta del paese deve essere, allora che sia il popolo sovrano a decidere. Giustamente!

Ma i mercati si indignano di questa scelta ed in pochi minuti le borse crollano. «I mendicanti non possono scegliere ed è fuori da ogni logica che la Grecia pensi di poter avere una scelta sull'accordo con l'UE», dirà la turboliberista Kathy Lien con il tipico cinismo e sprezzo del popolo che contraddistingue la classe dominante.

Cosa accadde successivamente ce lo ricordiamo tutti. Quel referendum non s'ha da fare. Mario Draghi, ex vicepresidente Goldman Sacs, membro Bildelberg, Trilaterale e G30, bramoso di mostrare immediatamente tutto il suo valore, appena nominato presidente della BCE si dà immediatamente da fare e democratico com'è, in pochi giorni destituisce con due colpi di stato degni delle peggiori vicende sudamericane, due presidenti del consiglio di stati sovrani, regolarmente eletti dal popolo. Via Papandreu in Grecia e Berlusconi in Italia, con le stesse modalità e con la stessa tempistica: la BCE non acquista più titoli di stato italiani e greci per far impennare lo spread e mandare volontariamente i due paesi in default. Berlusconi, sotto ricatto anche con le sue aziende, e Papandreu sono costretti alle dimissioni. Due autentici vergognosi colpi di stato finanziari messi in piedi dai paesi egemoni della UE e dalle istituzioni europee. Bella la tanto sbandierata democrazia europea! E da chi sono sostituiti? Papandreu da Papademos, di cui già ho parlato. E Berlusca da Mario Monti. Cazzo, niente più veline e bunga bunga! Monti è felicemente sposato e di culi al sole e tette al vento non gliene fotte un cazzo di niente! Niente più festicciole, adesso solo lacrime, sudore e sangue. Conti in ordine! E riforme. Per la gioia del centro destra e del centro sinistra radical chic, che quando si parla di riforme liberiste, si eccitano all'inverosimile, si accoppiano come conigli in gang bang a cui partecipano tutti, nessuno escluso ed hanno orgasmi multipli, figliando e partorendo aborti.

Scene di degrado e miseria per le strade di Atene

Inutile dire che anche Monti proviene dagli stessi ambienti di Papademos e Mario Draghi, se non peggio. L'avrete capito oramai, cari lettori. Faccio un enorme sforzo quando si parla di Mario Draghi e Mario Monti a contenermi. Il faro guida del mio pensiero politico economico è la Costituzione, ergo, inevitabilmente il mio nemico ideologico principale è il neoliberismo: e loro due sono proprio i Cristiano Ronaldo e Lionel Messi del neoliberismo e della massoneria mondiale. A Monti vorrei davvero dedicare fiumi e fiumi di parole, giusto per par condicio con Draghi già abbondantemente bombardato in tale blog. Questa potrebbe esser una bella occasione! Ma sarei inevitabilmente scurrile: mia madre si sentirebbe male ed i miei fratelli direbbero che il blog è vergognoso per violenza verbale ed ignoranza, che sembro un folle ed esaltato, che le mie parole perdono di totale credibilità per qualche parolaccia di troppo. Importante che le cose si dicano a modo, i contenuti ed il pensiero logico hanno poca importanza... Allora tengo l'embolo e problemi decompressivi a bada. Un respiro per mantenere la calma. Anzi, faccio un'intera sessione yoga. E continuo con linguaggio moderato, che si addice alle persone perbene, colte, educate e politicamente corrette.

Mario Monti è stato come gran parte dei leader occidentali, International Advisor di Goldman Sachs, addirittura presidente della Commissione Trilaterale e membro del Direttivo del gruppo Bildelberg. In pratica Lionel Messi, nel momento del colpo di stato italiano del 2011, non era solo simpatizzante o membro di queste organizzazioni criminali di merda (ops... scusate, non lo faccio più)... no!!! Era proprio ai vertici di queste organizzazioni, era ai vertici delle più controverse lobbies mondiali della finanza speculativa! E fu presentato al popolo italiano come un competente professore universitario di economia che avrebbe risollevato le sorti del paese. Uno squalo della finanza presentato come un agnellino che si immolerà per il popolo. Vi avverto, la pressione sta salendo e l'embolo è già in circolo. Spero non trovi ostacoli e non finisca al cervello perché dopo, come detto nella sezione “Storia della mia vita”, impazzisco e prendo ad inveire contro il sistema. Ma non è colpa mia, è colpa dell'embolo! Mi fermo qui che è meglio. Chi vuole approfondire ed indagare sulle porcate costituzionali che ha detto e fatto in questi anni questo uomo, può farlo da sé.

E che continua a fare perché, per la cronaca, nel nostro mondo orwelliano al contrario, dopo aver spolpato la sanità pubblica italiana, ora Monti giustamente è stato premiato col ruolo di supercommissario alle politiche sanitarie dell'OMS di Bill Gates. Al peggio non c'è mai limite. Come se mettessero la bonanima di Moana Pozzi supercommissaria alle politiche di castità ed astinenza.

Per aiutarvi comunque, un piccolo aiuto lo fornirò mettendo alla fine del post un famoso video. Chi invece preferisce credere alla narrazione del mainstream, ed avere fede cieca ed incondizionata nelle istituzioni, politiche e soprattutto oggi sanitarie, continui pure a vivere nel mondo delle favole. Tanto a leggere fin qui, sicuro non ci è arrivato.

Dunque le banche che un decennio fa hanno indotto le crisi sui mercati, le agenzie di rating che hanno declassato l'affidabilità degli stati, i tecnocrati di Bruxelles come Monti e Papademos, chiamati a sostituire governi regolarmente eletti dal popolo dopo vergognosi colpi di stato finanziari, sono tutti collegati ai vertici delle stesse 3-4 organizzazioni criminali neoliberiste e massoniche che controllano il mondo, Bildelberg, Aspen, Trilaterale e G30, il cui più grande obiettivo, a detta di loro stessi, è la distruzione delle Costituzioni nazionali postbelliche eccessivamente socialiste. Possono questi qui secondo voi fare l'interesse del popolo se una volta al governo continuano ad esser membri di quelle organizzazioni che lavorano contro i popoli del mondo? Possibile che un solo giornalista non faccia una domandina scomoda e sollevi il lieve conflitto d'interessi?

Il referendum che desiderava Papandreu nel 2011 era per la Grecia, l'ultima possibilità di salvezza. Capitolato Papandreu, il paese ellenico capitola. Ordini categorici della UE nel 2012: licenziamento immediato e programmato di ben 150.000 dipendenti statali entro 3 anni. Avete letto bene, 150 mila dipendenti statali, di cui 15.000 immediatamente. Taglio radicale del salario minimo portato a 600 euro e svendita dei gioielli di famiglia: deflazione salariale ed alienazione di patrimonio pubblico, sono conseguenze inevitabili quando si perde sovranità monetaria e ci si pone in un'area valutaria non ottimale (teoria dell'OCA di cui parlo in Pensieri) nella quale una nazione (la Germania nazista) ha economia più forte, in assenza di cambi di valuta equilibratori. Riduzione immediata di fondi a pensioni e sanità. Privatizzazioni e svendita di patrimonio pubblico. Pura, semplice e spietata macelleria sociale le cui conseguenze sono facilissime da immaginare: aumento pauroso della povertà e della disoccupazione, rabbia e malcontento, degrado sociale, culturale e sanitario, nascita di movimenti estremisti di protesta, alcolismo, droga, prostituzione. E suicidi: la Grecia, paese europeo con tasso di suicidi più basso insieme a Cipro, dopo le cure amorevoli di Draghi e Trichet, vede tale dato improvvisamente raddoppiare. Chissà perché.

E proprio nel 2012, proprio in corrispondenza del secondo memorandum alla Grecia, quando le politiche della Troika si fanno più spietate ed intransigenti, l'estrema bontà dell'Unione Europea, viene giustamente premiata con nientepopodimenoche il premio Nobel della pace. Da non credere. Ma d'altronde se l'hanno dato ad Obama, il più grande guerrafondaio della storia degli USA, ben più di George Bush, lo potranno pur dare anche all'UE... perché in questo mondo al contrario orwelliano, la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza. Ed aggiungo io, la menzogna è verità.

Il 16 settembre 2011 a Salonicco, un signore di 55 anni, Apostolos Polyzonis è disperato e pronto a tutto. Non ha più nulla da perdere. La banca si comporta con lui in modo cinico e spietato. E' disoccupato, i figli non trovano lavoro e lui non è più in grado di far fronte ai debiti: la banca gli pignorerà la casa e così lui, come ogni giorno da mesi, è piazzato lì davanti alla sede dell'istituto per protestare, megafono in mano, contro il sistema che sta strangolando lui, la sua famiglia e tutto il suo paese. Ma oggi, 16 settembre, è particolarmente esasperato e fuori di sé. Sono pochi gli euro in tasca rimasti. Oggi è l'ultimo giorno e poi rimangono i cassonetti della spazzatura ed il marciapiede. All'ennesimo rifiuto della banca di riceverlo, Apostolos non ragiona più. Compra una tanica di benzina per dar fuoco alla banca. Ma pure questo piano fallisce perché la polizia interviene sbarrandogli la porta d'ingresso. Il piano incendiario così decade prima di iniziare. 16 settembre 2011, ennesimo fallimento nella vita di questo uomo. Apostolos è disperato. Non ci pensa due volte. Lascia il megafono, compagno di tante prediche inascoltate fuori la banca contro il liberismo euroinomane che stava uccidendo la sua famiglia, imbraccia una tanica di benzina, urlando e gridando, inascoltato dalla banca che gli nega un prestito per sopravvivere, si cosparge di combustibile e prende fuoco. Un poliziotto accorre con un estintore per cercare di spegnere l’incendio. Apostolos sopravviverà, nonostante le gravi ustioni su gran parte del corpo. La notizia del suo gesto fa il giro del mondo: la drammatica immagine della torcia umana che arde ed il poliziotto che accorre con l'estintore per cercare di salvarlo rappresentano un orrore, una vergogna per tutti i liberisti di PD e PDL con Repubblica sotto al braccio, una vergogna per tutti i traditori del M5S e della Lega, uno schiaffo all'Europa della pace e della solidarietà tra nazioni. Ovviamente per i pennivendoli di regime, Apostolos è solo pazzo suicida. Non un disperato che denuncia col suo atto estremo il modello democratico liberista che in nome della stabilità economica e del rigore annienta la libertà dei popoli e la loro sovranità, riducendoli alla fame. Non un grido di rabbia, un tentativo di svegliare le coscienze sopite, un gesto estremo di protesta di un uomo solo come un cane abbandonato dallo stato dopo anni di duro lavoro. No. Secondo i pennivendoli di regime, quello di Apostolos è solo il gesto disperato di un malato di mente che nulla ha a che vedere con le politiche montiane e draghiane di austerity. Esattamente come il gesto di Kostas Kogias, presidente di una pacifica associazione di cittadini che organizza una marcia di 350 km in tutto il paese per protestare contro l'Europa delle banche che dopo 43 anni di duro lavoro gli sta togliendo la pensione: arriva con 150 persone in Piazza Syntagma e non è ricevuto neppure dal governo. Comincia invano uno sciopero della fame per poter incontrare un politico, uno qualsiasi, non necessariamente il Presidente del Consiglio; ed aver la possibilità di parlare. Niente da fare. Tanta delusione, tanta disperazione e rabbia. Nemmeno questo eroico gesto ha smosso le acque. Prende una corda e la fa finita.

Uscita della fermata metro di Piazza Syntagma

Piazza Syntagma, è la piazza più importante di Atene, il cuore della città e da sempre il centro di tutte le vicende politiche dell'intera Grecia. E' la tappa obbligata per milioni di turisti, me compreso. Qui si trova il Parlamento greco ed alla base della gradinata cerimoniale, il sepolcro del milite ignoto sorvegliato dalla guardia speciale degli euzoni con le loro caratteristiche e folkloristiche divise e calzari. Sottoelevato rispetto al parlamento, in corrispondenza dell'ingresso della metropolitana, c'è un grande spazio aperto pavimentato circondato da giardini alberati. Tutt'intorno, palazzi delle istituzioni ed hotel di lusso come il prestigioso ed antico Gran Bretagna. Il popolo greco è da sempre indissolubilmente legato a Piazza Syntagma, la quale è ovviamente diventata il principale luogo di protesta e di scontro di tutti i movimenti anti-austerity, tanto di destra, quanto di sinistra. Al centro del parchetto, c'è un grande cipresso. Chiedo conferma ad un passante e ad un poliziotto lì presente. Sì, è questo il cipresso di Dimitris ed è qui che voglio fermarmi a meditare. Mi siedo nella panchina a fianco del grande albero e dedico un pensiero a Dimitris Christoulas, un pensionato di 77 anni, che esattamente in questo punto, il 4 aprile 2012, si tira un colpo di pistola, diventando un martire, il simbolo greco della disperazione. L'atto di accusa è terribile. «Non mi sto ammazzando, sono loro che lo stanno facendo!» griderà alla folla di Piazza Syntagma, due secondi prima di premere il grilletto. La sua lettera d'addio è straziante, un lucido e spietato atto d'accusa contro il neoliberismo europeista, contro un modello economico che lo ha ridotto alla fame, privandolo di gran parte della pensione che si era faticosamente conquistato in decenni di duro lavoro. In poche ore la notizia fa il giro della Grecia. In migliaia si radunano in Piazza Syntagma, perché Dimitris era un militante di sinistra conosciuto. Partono in tutto il paese manifestazioni e fiaccolate, al grido “Dimitris immortale!”. Il suo funerale sarà un bagno di folla e nei giorni successivi quel cipresso che ho di fronte si trasformerà in un mausoleo. Il popolo greco lo addobberà con bandiere, ghirlande di fiori, luci e tantissimi biglietti e lettere. Sarà meta di peregrinaggio. L'odio nei confronti dei nazisti tedeschi sale. Perché soprattutto a loro è rivolta la lettera di Dimitris, all'intransigente governo Merkel. Oggi, a distanza di quasi 10 anni dall'accaduto, non c'è più nulla. Se non il ricordo delle persone ed una spennellata di rosso fuoco a ricordare il sangue di un martire caduto per la patria e la libertà, contro l'occupazione nazista del suo paese.

Il cipresso in Piazza Syntagma dove si è suicidato Dimitris Christoulas (foto del 08/04/2012 di ΑΝώΔυΝος - https://en.wikipedia.org/)

Il tradimento di Syriza di Tsipras e terzo Memorandum

La Grecia è un paese completamente in ginocchio e muore dentro definitivamente quando cade anche l'ultima speranza: Syriza di Alexis Tsipras, il partito di sinistra radicale euroscettico e “sovranista”, al governo nel 2015 con ampia maggioranza e consenso popolare, che aveva fatto dell'anticapitalismo e dell'antiliberismo made in UE i suoi cavalli di battaglia. Con un ministro delle finanze e dell'economia che aveva due palle grosse così: Yanis Varoufakis. L'uomo giusto, l'eroe nazionale che poteva traghettare la Grecia fuori dalla melma dell'UE.

Mamma Troika nel 2015 impone un terzo memorandum e così arriva subito per il nuovo governo di sinistra la resa dei conti finale. Tsipras indice un referendum per rimettere la decisione finale al popolo. La cosa più giusta e democratica possibile. Esattamente quello che voleva fare Papandreu nel 2011 e non gli fu permesso. Stavolta l'Europa però non poteva nuovamente fare un colpo di stato. Sarebbe stato davvero troppo. Troppo grande era il consenso elettorale di Syriza. Con un altro golpe bianco anche il militante più euroinomane del PD avrebbe (forse) capito che tanto democratica l'unione europea forse non è... ed allora si comportò diversamente. Maniere forti, per far capire chi comanda. Prima del Referendum, quel demonio assoluto di Mario Draghi, allora presidente della BCE, chiude i rubinetti alla Grecia per ben 1 mese. Chiude le banche ed i bancomat per mettere paura nella popolazione ed obbligare il governo greco ad accettare il terzo memorandum. Perché la Grecia deve capitolare. Whatever it takes. Yanis Varoufakis, uno dei più puri ed integralisti dell'ala radicale euroscettica del governo, uno di quelli che si sarebbe fatto bruciare pur di non cedere ai ricatti della Troika, dirà «Quello che la BCE sta facendo con la Grecia ha solo un nome: terrorismo. [...] Perché ci hanno costretto a chiudere le banche? Per instillare la paura nella gente. Ma confido che la paura non vincerà.»

La paura effettivamente non vincerà perché quando qualcuno non ha più nulla da perdere, ha un coraggio da leone ed è pronto a tutto. Il NO all'accordo con l'UE vince, oltre il 60% del paese vota contro il terzo economicidio ed è disposto ad uscire dall'infernale gabbia europea accettandone tutte le conseguenze. Varoufakis sottopone all'UE il suo rispettabilissimo programma che parte dall'assunzione, assolutamente corretta, secondo la maggior parte dei premi Nobel del mondo come Krugman e Stiglitz, dell'assoluta impossibilità di ripagare il debito per la Grecia, gravato tra l'altro da vergognosi interessi a tassi da usura. Dunque ristrutturazione radicale dello stesso e drastico alleggerimento delle misure di austerity per far ripartire il paese. L'unica cosa realisticamente possibile. E secondo voi, l'eletto, l'unto del signore, secondo tutta la stampa nostrana, Mario Draghi cosa fa? Accetta? Certo che no. Secondo la classe dominante, di cui il dragone nazionale è leader indiscusso, i mendicanti non sono nelle condizioni di trattare, nemmeno se hanno l'appoggio popolare ed un risultato referendario favorevole. E dunque nemmeno ora le cose cambiano: l'UE di Draghi rifiuta l'ottimo programma alternativo di Varoufakis e mette, nonostante il referendum, la Grecia spalle al muro. Con la volontà popolare l'UE ci si pulisce il culo, come dimostrano tantissimi altri casi, come ad esempio i referendum francesi ed olandesi del 2005 sulla Costituzione europea, sonoramente bocciata ma riproposta identica e senza legittimazione popolare con il nome modificato di... trattato di Lisbona (!!!). (seguono tante parolacce nella mia mente che però non scrivo per non urtare sensibilità dei lettori).

Out out per la Grecia: O terzo memorandum o uscita da Euro ed UE. Non c'è una terza possibilità.

Syriza crolla, tradendo il mandato elettorale. All’ultimo momento, non posso dire se in buona o in cattiva fede, Tsipras decise di abbandonare la linea sulla quale si erano accordati con Varoufakis prima dell’inizio dei negoziati, e cioè che l’uscita dall’euro fosse preferibile a un nuovo prestito a strozzo accompagnato da nuove misure di austerità.

Tsipras non solo tradisce il suo ministro più fedele ed importante. Non solo tradisce tutto il suo partito. Tsipras tradisce tutto il suo popolo che è già in ginocchio e voleva volare verso l'ignoto e la libertà. Non ha il coraggio di buttarsi dalla rupe e spiccare il volo, far fallire il paese, vincere il braccio di ferro col demonio (Mario Draghi) e provare a ricostruire la Grecia poco a poco dalle macerie. Fuori dall'UE e dall'Euro, da paese finalmente libero senza il giogo coloniale tedesco. Chissà d'altronde le pressioni assurde, i ricatti inconfessabili, le minacce di morte a cui è stato soggetto... d'altronde se cadeva la Grecia, cadeva l'Europa tutta: non ho difficoltà a credere che qualsiasi arma sia stata adottata dai demoni del mondo per raggiungere il loro obiettivo e costringere il paese ellenico alla resa. E resa fu. Tsipras dopo aver lottato come un leone, non ha le palle per fare l'ultimo passo, il più importante. O le ha ma è fortemente ricattato. Questo non lo so e non posso scriverlo. Ma so che abbassa la testa e cede al demonio. Mario Draghi ha vinto. Varoufakis sconsolato, tradito, umiliato, si dimette. Dirà in seguito che era tutto pronto per passare dall'euro alla dracma in una sola notte. La Grecia ha perso. Il popolo ha perso. Stavolta definitivamente, perché è stata ammazzata anche la speranza di un possibile cambiamento. Se non ce l'ha fatta Syriza, che godeva di vasto appoggio popolare e leader incorrotti ed incorruttibili come Tsipras e Varoufakis, non c'è davvero più alcuna possibilità di cambiamento. Seguirà infatti un clima di profonda sfiducia, disaffezione ed apatia con percentuali di astensionismo altissime alle successive elezioni.

Tsipras e Syriza, senza l'ala radicale nuda e pura di Varoufakis, tutta dimissionaria, continueranno a governare fino al 2019, passando schifosamente all'altra sponda esattamente come hanno fatto Grillo e M5S in Italia: da leader antisistema che minacciavano la sopravvivenza stessa dell'unione a partner affidabilissimi dell’establishment euroinomane a braccetto con Merkel e Shauble. Non posso metterci le mani sul fuoco, ma probabilmente dunque ci fu malafede nel tradimento di Tsipras. Il banco vince e vincerà sempre. Onore comunque a Varoufakis. Una sonora pernacchia invece a Tsipras.

Sanità in Grecia post Troika ed il caso islandese

A seguito delle spietate riforme della Troika, imposte e forzate dal governo tedesco di Angela Merkel, a seguito dei brutali tagli alla spesa pubblica ed alla sanità in particolare, sempre ovviamente in nome della pace, della solidarietà e della fratellanza europea tra i popoli tanto sbandierata dalla propaganda europeista radical chic dell'informazione mainstream, tutti i parametri sanitari del paese peggiorano drasticamente. Il personale viene licenziato e si riduce sempre di più, le strutture ospedaliere vengono accorpate, la manutenzione è carente, i macchinari non sono sostituiti e riparati, i farmaci soprattutto quelli oncologici, come ben noto schifosamente costosi, scarseggiano. Tantissimi cittadini, a causa di fallimenti e licenziamenti perdono l'assicurazione obbligatoria legata al loro lavoro e così hanno diritto solo alle cure d'emergenza. Sempre più greci rinunciano a spese mediche per mancanza di denaro, potendo contare sempre meno sul sistema sanitario pubblico. Crescono fenomeni di degrado sociale, droga ed alcolismo che aggravano ulteriormente i problemi di salute dei cittadini. Ben presto, a seguito delle politiche assassine della UE, quasi 3 milioni di Greci su 11 totali, restano senza cure. La mortalità generale della popolazione, dal 2010 al 2016 inevitabilmente cresce del 18%, registrando un aumento netto in tutte le fasce d'età. La dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che l'aumento dei decessi è diretta conseguenza dei tagli alla spesa sanitaria, è fornita dallo studio allegato, pubblicato sulla rivista medica "The Lancet".

L'aumento di decessi purtroppo non risparmia nemmeno la fascia più indifesa della popolazione: la mortalità infantile nei primi mesi dei bambini greci è aumentata del 43%, il numero dei bambini nati sottopeso è cresciuto del 20% cosiccome quello dei bebè nati morti: la sanità pubblica priva di fondi, copre ora molte meno prestazioni rispetto a prima, la povertà dilaga e così costa troppo per le mamme incinte farsi seguire a pagamento dai medici delle strutture private. Una strage degli innocenti, confermata da un altro studio delle università inglesi di Cambridge, Oxford e Londra pubblicato sempre sulla rivista The Lancet: un articolo strepitoso, un fantasmagorico inno contro il neoliberismo che viene scientificamente demolito, un grido di dolore che si innalza dalla rivista scientifica più autorevole del mondo ed investe come uno tsunami tutte quelle persone che in questi anni hanno fatto dell'europeismo il loro unico credo politico, osannando magari criminali come Monti e Draghi che nel frattempo avallavano quelle stesse politiche infanticide. Indirettamente sia ben chiaro, perché i due Marioni nazionali ex Goldman Sachs sono dei buoni, che spero, non sarebbero mai capaci di uccidere direttamente un bambino, anche se in tutta sincerità, la mano sul fuoco non ce la metto proprio; ma se ne fregano altamente se le loro politiche di austerity determinano tale strage. Il credo neoliberista d'altronde viene prima di ogni altra cosa, il dogma del libero mercato e della riduzione del debito è intoccabile. Anche se muoiono bambini, anche se si suicidano imprenditori e lavoratori disoccupati.

Ma non è finita qui: i tagli indiscriminati alle forniture mediche come siringhe monouso ai tossicodipendenti e profilattici alla popolazione, hanno fatto crescere le infezioni di AIDS tra i drogati di oltre 50 volte dal 2008 al 2012. Ed i diabetici si trovano di fronte a due scelte atroci: o comprano insulina per sopravvivere alla malattia o comprano cibo per sopravvivere alla fame.

Gli studiosi di The Lancet, i capoccioni delle università inglesi, mica un povero scemo ed ignorante come me, attribuiscono tutta e sola la colpa di questo disastro ai tagli alla sanità imposti dai poteri forti. Loro non hanno il coraggio di fare nomi e cognomi dei responsabili ed allora li faccio io. Non ho alcuna paura di espormi perché so di esser nel giusto. I poteri forti di cui parla The Lancet sono i demoni del turbocapitalismo economico e finanziario neoliberista mondiale, come ad esempio i membri del Bildelberg, della Commissione Trilaterale, del G30, dell'Aspen Institute, della Troika, di Goldman Sachs e di JP Morgan... gli assassini dei bambini greci sono tanti, compresi tutti gli italici europeisti radical chic ben pensanti di questo paese con Repubblica, l'Espresso e l'Internazionale sotto il braccio. Due nomi però su tutti: Jean-Claude Trichet e Mario Draghi che a quel tempo erano presidenti della BCE.

La prova inequivocabile, se mai ce ne fosse bisogno, che il drastico peggioramento delle condizioni generali di salute in Grecia è dovuto ai tagli alla spesa pubblica operati dalla Troika, secondo lo studio di The Lancet, è fornita, da un altro paese che negli anni scorsi era stato investito dalla crisi finanziaria: l'Islanda. L’isola nordica è stata fra gli ultimi paesi occidentali ad aprirsi alla globalizzazione dei mercati e della finanza, alle folli teorie neoliberiste della scuola di Chicago di Milton Friedman, il quale addirittura fu invitato a Reykjavik per istruire ministri e politici locali al fine di rivoluzionare l’impianto economico, politico e sociale del paese. Ma l'Islanda, un piccolo paese con manco mezzo milione di abitanti, non aveva le protezioni necessarie: prima di allora aveva giustamente un'economia chiusa e locale, a km 0, basata su solidarietà, cooperazione e su uno stato sociale particolarmente sviluppato; dopo l'avvento di Friedman e delle sue strampalate teorie economiche, oggi tanto in voga, si è trasformata improvvisamente in una società competitiva basata sul consumismo e sulla finanziarizzazione dell'economia, il dogma assoluto delle società occidentali. L'Islanda era un pedalò che affrontava l'oceano e le tempeste dei mercati, un pedalò totalmente ignaro del fatto che il capitalismo dei disastri di Naomi Klein ed il neoliberismo sono sistemi economici che vivono e si alimentano di crisi. L'Islanda non poteva saperlo perché nei corsi che teneva a Reykjavik, Milton Friedman queste cose mica le diceva!

Così le onde dell'oceano sono sempre più alte, le acque sempre più scure e fredde... arrivò ben presto la tempesta perfetta, nel 2007, con la crisi dei mutui subprime statunitensi. Le banche islandesi, crollarono fragorosamente ed il popolo senza nemmeno capire il perché ed il percome, si è ritrovato improvvisamente sommerso di debiti, contratti da altri.

Tranquilli tutti, arrivano i buoni salvatori del mondo, sempre in soccorso dei poveri e degli ultimi. Arrivano i demoni della Troika, con le loro solite ricette neoliberiste di tagli indiscriminati ed austerità: perché in totale "leissez faire", il mercato deve esser lasciato a briglie sciolte, totalmente libero di operare senza rotture di cazzo da parte degli stati sovrani, privatizzando i tanti utili in pochissime persone; ma quando fallisce, allora no, allora lo stato deve intervenire perché le perdite vanno nazionalizzate.

Gli islandesi non sono però pecore come gli italiani che accettano qualsiasi misura, tessere verdi fasciste incluse, unico stato insieme all'Arabia Saudita. No, gli islandesi non sono pecore come noi: sono vichinghi. E così la Troika con la sua politica economica finalizzata alla distruzione ed allo smantellamento dello stato sociale, è stata mandata con estrema educazione affanculo; il popolo ha rifiutato la "raccomandazione", disinteressata ovviamente, dei creditori internazionali di tagliare le spese sanitarie, ha riscritto la Costituzione ed ha affrontato sacrifici durissimi ma solidali e scelti sovranamente mediante referendum. A Rejkyavik, guarda caso, non c'è stato alcun peggioramento dei parametri della sanità pubblica, aumenti di mortalità infantili anche di soli pochi punti percentuali, di malattie o di suicidi. Ah, scordavo però un piccolo dettaglio, piccolissimo, insignificante: Rejkyavik è uno stato sovrano che non fa parte dell’Unione Europea. Voleva, ma nel 2015 ha ritirato la domanda di annessione. Col cazzo che mai ci entrerà. Unione Europea vuol dire catene al piede. Fuori c'è la libertà. Italexit immediatamente, non soli ma insieme a tutti i PIIGS. L'unione farà la forza ed eviterà il collasso del paese provocato dalla vendetta dei mercati. Questi potranno pure distruggere un paese, ma non potranno farlo con mezza Europa! Lo dico da almeno 10 anni, totalmente inascoltato e lo dirò fino all'ultimo dei miei giorni.

Grande The Lancet, stavolta mi sei piaciuta proprio. Imparziale, indipendente, senza conflitto d'interessi, contro il sistema. Con il popolo e contro i potenti del mondo. Così la vogliamo la scienza!

L'Islanda poco a poco si riprende dalla terribile crisi economica, facendolo in modo totalmente opposto a quello che viene propagandato in Europa a reti unificate come inevitabile. Niente prestiti di BCE e fondo monetario, niente salvataggi di merda che più che salvare uccidono e stritolano in una morsa infernale, niente cessione della propria sovranità ad enti sovranazionali non eletti dal popolo, niente MES o fiscal compact messi in costituzione, niente deflazione salariale o svendita di patrimonio pubblico e tagli al welfare state: piuttosto un durissimo ma solidaristico piano di sacrifici scelti concentrando i tagli su altri settori, attraverso la condivisione popolare ed un percorso di riappropriazione di diritti, sovranità e partecipazione popolare, con annesso cambio di paradigma economico: autosufficienza, chiusure ai mercati internazionali, economia reale e non finanziaria, misure protezionistiche. L'esatto contrario insomma di quanto propagandato dalla stampa goebbelsiana, al servizio del diabolico sistema il cui unico credo è capitalismo incontrollato, neoliberismo e globalizzazione.

Quello islandese è un bellissimo e rarissimo caso in cui la volontà del popolo sovrano prevale su qualsiasi accordo o pretesa internazionale, determinando le sorti del paese e costringendo la politica a indietreggiare. Per questo nessuno mai racconta a gran voce la storia dell'Islanda. Mentre a squarciagola Repubblica ed i suoi amichetti, raccontano, ovviamente a modo loro, la storia della Grecia.

Alba Dorata

La cosa che salta più all'occhio di Atene è che sembra di esser in Marocco, in Nigeria, in Tunisia o in qualche altra località africana, araba o indiana. Le ouzerie sono sparite cosiccome i ristorantini di cucina tipica greca. Qualcuno sopravvive nel centro di La Plaka. Solo lì, perché tanto, i turisti oltre La Plaka, Syntagma. Ermou e Monastiraki non vanno proprio. Si vedono interi quartieri con solo locali bengalesi, libanesi, siriani, africani, arabi e turchi, di alimentari o kebab. “Where are you from?” Chiedo a chiunque, e le risposte sono sempre uguali. Praticamente il piatto tipico greco è diventato oramai il kebab: ad Atene, fuori dal centro, mangiare una moussaka, un'insalatona o bere uno yougurt tipico è diventata impresa davvero ardua. I palazzi d'epoca, decadenti, malandati e senza manutenzione, una volta erano abitati dagli ateniesi benestanti, dalla borghesia e dal proletariato; oggi invece sono occupati da immigrati e spesso ospitano squallidi bordelli illegali. Gli immigrati sono dappertutto e quasi si fa fatica ad incontrare un cittadino greco. In tutte le scuole, il numero di bambini stranieri ha superato abbondantemente quello dei locali; empori e caffè storici sono diventate botteghe indiane ed alimentari cinesi. L'immigrazione incontrollata ha stravolto totalmente il tessuto urbano di Atene, in particolare dei quartieri centrali di Exarchia, Pantaleimon, Metaxurgeio ed Omonia, oramai praticamente un unico grande ghetto dove disoccupazione, criminalità, prostituzione, droga ed immigrazione clandestina irregolare convivono e si stringono in un abbraccio mortale.

Di giovani poi se ne vedono pochissimi: a seguito delle politiche assassine dell'Unione Europea, il 60% dei greci under 35 è disoccupato, un terzo addirittura è in condizione di povertà estrema. Un vero disastro nazionale per quella che dovrebbe rappresentare la futura classe dirigente del paese. Moltissimi emigrano. Un'emorragia generazionale che uccide il paese perché ad andar via sono i più colti che hanno avuto la possibilità di studiare e in Grecia non trovano lavoro: ingegneri, medici e professionisti lasciano il paese, privandolo della futura classe dirigente, per andare nel paese killer della Grecia, la Germania nazista che si ritrova così manodopera già formata. Numeri allucinanti: dall'inizio della crisi mezzo milione di giovani hanno lasciato il paese. Su una popolazione di 11 milioni di persone. Avete capito bene. Mezzo milione di giovani: un'ecatombe di laureati. Una vera e propria diaspora. Emigrazione colta autoctona di massa ed immigrazione di disperati stranieri con altra cultura, altre tradizioni, altre lingue. Il paese così evidentemente muore e con lui la sua cultura, i suoi usi e costumi, le sue tradizioni.

Esplosione di kebab africani, indiani ed arabi ad Atene

La disoccupazione di massa autoctona generata dalle politiche di austerity, ha favorito la flessibilità contrattuale e la riduzione dei salari. Aumentano le disparità fra ristretta minoranza più ricca e la maggioranza di sfruttati sempre più poveri a cui si aggiungono, a causa di scellerate politiche immigratorie, masse sempre crescenti di disperati stranieri clandestini, che da ultimi, a loro volta prendono a competere con i penultimi per le poche briciole rimaste per terra. Se guardassero più alto, avessero un minimo di cultura in più e lasciassero magari gli smartphone, si renderebbero conto che ci sono file di camion Mercedes incolonnati con targa tedesca pieni di pagnotte di pane belle calde e fumanti. Ma intrappolati nella frenesia della lotta giornaliera per la sopravvivenza, invece di unirsi, prendere le mazze insieme ed andar ad assaltare i camion, rimangono confinati in questa guerra tra poveri in cui l'unico che si sfrega le mani è il grande potere mondiale capitalistico-finanziario il quale in un colpo solo, prende due piccioni con una fava: non solo ha a disposizione un enorme esercito industriale di riserva di marxiana memoria in forma di melting pot disposto a lavorare x quattro soldi, ma trasferisce anche orizzontalmente la lotta di classe che dovrebbe esser verticale e dovrebbe vederlo come principale bersaglio della rabbia popolare.

In un clima di crescente degrado, perdita delle tradizioni, criminalità diffusa e competizione economica tra ultimi, la tenuta sociale di un paese già stremato ben presto viene meno: un disastro sociale sopra al disastro economico, raccontato però dalla stampa mainstream come unico modello di sviluppo possibile.

Abbastanza scontato che in tale contesto nascano movimenti fortemente xenofobi e violenti che scaricano la rabbia sociale sugli ultimi, sugli immigrati, ritenuti colpevoli e causa di tutti i mali del paese. La Grecia, Atene e Salonicco in particolare, divengono così il terreno di coltura ideale dell'estrema destra. Che più estrema non si può. Nasce Alba Dorata, il movimento neonazista più estremista d'Europa. Anch'esso euroscettico, ma fortissimamente contraddittorio, un po' come tutti i movimenti di destra che si oppongono all'Europa. La lotta all'Europa, essendo una lotta dal basso, dal popolo, verso i padroni non può che esser lotta ideologicamente di sinistra (intesa come quella del tempo che fu, nulla a che vedere con quella di oggi). Lottare contro l'Europa significa lottare contro il neoliberismo ed il turbocapitalismo, per la tutela delle costituzioni nazionali che sono principalmente socialiste ed antifasciste. Così Alba Dorata è contro l'Europa ma è anche contro il socialismo e l'antifascismo delle costituzioni; è contro l'occupazione tedesca attuale ma a favore dell'occupazione tedesca nazista di 80 fa che ha barbaramente ucciso decine di migliaia di combattenti greci. E' contro le politiche di austerity della Troika ma non dice nulla sui debiti di guerra non pagati alla Grecia dalla Germania nazista che equivalgono nientepopodimenoche alla somma dei 3 Memorandum. Alba Dorata è contro gli immigrati ma radicalmente contro anche il pensiero della sinistra marxista che identifica lucidamente le cause del fenomeno migratorio nella guerra imperialista, nella povertà e disuguaglianza generata dal capitalismo e nello sfruttamento della manodopera da parte dei pochi padroni. E nazismo significa anzitutto nazionalismo estremo con connotazioni imperialiste di conquista: l'imperialismo causa guerre e genera quelle migrazioni di massa a cui loro tanto si oppongono. Insomma, un movimento che ideologicamente non ha né capo né coda ed è basato più che sulla lotta ai veri nemici che stanno in alto, sulla guerra ai falsi nemici che stanno in basso, gli immigrati.

Tempio di San Pantaleone di Nicomedia in Piazza Victoria nel "quartiere dell'odio" Agios Pantaleimon, culla di Alba Dorata

Alba Dorata nasce nel quartiere malfamato di Agios Pantaleimon, il quale prende il nome dalla maestosa chiesa che sorge al suo centro in piazza Victoria, il bellissimo tempio di San Pantaleone di Nicomedia. Entro e rimango alquanto sbalordito: il colpo d'occhio all'interno è impressionante. La chiesa è tutta affrescata, piena di dipinti e sculture, un enorme organo sullo sfondo; marmo lucido dappertutto ed un lampadario gigantesco a soffitto; un senso di magnificenza che stride davvero col degrado della piazza che è fuori.

Alba Dorata mette proprio qui, in queste zone, radici profonde che squarciano le strade asfaltate, camminano e si propagano per tutta Atene e per tutto il paese; cresce sempre più nei consensi e quello che un tempo era un movimento più folkloristico che altro di nostalgici hitleriani, diventa, a partire dal 2010, una solidissima realtà politica riuscendo addirittura ad entrare in parlamento. I numeri sono stati davvero sbalorditivi ed inquietanti: nel 2010 ottennero nelle elezioni comunali ad Atene quasi il 6% dei voti, assegnando il seggio ottenuto nel consiglio comunale al leader del movimento, Nikólaos Michaloliákos. Nel 2012, alle nazionali, ottennero 21 seggi in parlamento diventando la 5° forza politica del paese col 7% delle preferenze; stesso risultato nel 2015 quando addirittura divennero il terzo partito; in alcune zone del paese con grandi comunità di immigrati, toccarono addirittura punte del 20%. Così, a partire dal 2010, la Grecia dovette non solo fare i conti coi nazisti dell'UE ma anche con quelli di casa propria.

Il meandro greco, simbolo di Alba Dorata

Le piazze Attiki e Victoria nel quartiere Pantaleimon, soprannominato ben presto “quartiere dell'odio”, si coprono di svastiche, croci celtiche, scritte e simbologie razziste. Sono costantemente presidiate e oggetto di ronde. Violenza fisica e verbale, pestaggi e botte da orbi sugli immigrati che ora devono stare attenti e non possono più sgarrare. I militanti non si mimetizzano più, girano in scooter mostrando orgogliosi sul petto il simbolo del partito, il meandro greco che rimanda alla svastica. La polizia greca chiude un occhio, spesso due. Strani, stretti ed inconfessabili i legami tra il partito nazista ed ampi pezzi della polizia greca, le cui connivenze e complicità furono evidenti nell'omicidio del 2013 di Pavlov Fyssas, attivista politico di sinistra e famoso rapper pugnalato a morte mediante una vera e propria brutale aggressione ed esecuzione che ha generato tanto sdegno, rabbia e manifestazioni popolari di protesta in tutto il paese. Un vero terremoto politico perché Alba Dorata aveva ucciso un suo compaesano, anche se di diversa ideologia. Ma nonostante l'estrema violenza del movimento, nonostante l'esplicito richiamo alla simbologia e l'ideologia nazista, nonostante l'omicidio del conosciutissimo rapper, al popolo affamato, i metodi spicci e brutali degli albadorati appaiono l'ultima alternativa possibile, l'unico antidoto contro la deriva della società greca, contro l'avanzata del caos euroinomane. Ed Alba Dorata si fa voler bene dal suo popolo, perché accanto a ronde sempre più frequenti finalizzate a mantenere quell'ordine e senso di sicurezza che la polizia non è in grado di garantire, ogni settimana distribuisce alimenti, indumenti ed aiuti vari: unico requisito per prendere cibo e materiale era quello di mostrare un documento greco. Di fronte alla sede del partito nazista in Via Odos Diligianni 50, proprio davanti alla stazione Larissa, per anni c'è stata sempre la fila. La sede di Alba Dorata è in un appartamento al terzo piano di un palazzo un po' fatiscente. Si riconosce da una tenda rossa malandata posta sul balcone. Prendo coraggio e salgo. In Piazza Victoria non ho incontrato nessuno e voglio parlare con uno di loro. E se mi pestano?

Suono il campanello, ma sembra tutto abbandonato. Non si sente nessuno. Aspetto 5 minuti, magari sono usciti. Niente. Vado via. Strano davvero. Ancor più strano perché nel loro quartiere, nelle due piazzette principali Victoria ed Attiki, non ho incontrato militanti, non ho visto nessun mural o croci celtiche, svastiche o frasi razziste. Poi chiedendo in giro, parlando con poliziotti e diverse persone di strada, capisco quanto successo. Alba Dorata, oggi non esiste praticamente più. Ecco perché non vedevo nulla. La sede è abbandonata, i mural cancellati dal comune. Nel 2020, il leader e fondatore, insieme a tutti i vertici del partito e ai parlamentari eletti, dopo anni di processi e rinvii a giudizio, sono stati condannati definitivamente per il brutale assassinio del 2013 di Pavlov Fyssas: il movimento viene dichiarato associazione criminale ed è decapitato nei suoi vertici che oggi sono tutti in carcere. Sembra addirittura che Alba Dorata stesse preparando un colpo di Stato, disponendo di un vastissimo consenso tra la polizia e pezzi grossi dell'esercito ed avendo già costituito campi d'addestramento per gruppi armati paramilitari.

La Grecia oggi è libera dal nazismo di Alba Dorata anche se ancora dentro il nazismo dell'Unione Europea. Il fenomeno neonazista è stato davvero inquietante. Forse l'esclalation di violenza che ha portato all'omicidio prima di Fyssas e poi anche di membri del meandro greco, è stata utilizzata dal deep state per innalzare il livello dello scontro, creare una strategia di tensione e polarizzare l'elettorato in opposti estremismi, destabilizzandolo e guadagnando consenso al centro. Chissà, in questo mondo io non mi stupisco più di nulla.

In ogni caso, l'atteggiamento al solito più scandaloso di tutta la vicenda lo ha avuto la sinistra europeista, quella radical chic con la puzza sotto al naso che ha sempre cavalcato l'euroscetticismo (a chiacchiere) degli albadorati per inculcare nei cervelli del popolo, tramite la propaganda dei media, l'equazione euroscettico = nazista. Un po' quello che si fa anche da noi in Italia, dove oramai se dici una parolina contro l'UE o l'euro allora sei automaticamente fascista, non si sa per quale cazzo di motivo. Dunque in Grecia il sistema di due equazioni buono = europeista di centro-sinistra, cattivo = nazista euroscettico, ha contribuito a distruggere le ultime sacche di resistenza allo strapotere della Troika. Chi sono i cattivi? Certo, i nazisti sono i cattivi, senza ombra di dubbio. E gli europeisti radical chic che portano il MES dentro al paese determinando la strage degli innocenti, disoccupazione di massa, fenomeni immigratori incontrollati, causando essi stessi l'ascesa di movimenti xenofobi, sono i buoni? Certo che no. Le radici di Alba Dorata e dell'assassinio di Pavlov, affondano nella pessima gestione del fenomeno migratorio e nelle politiche della Troika basate sull'eurodelirio dell'austerità espansiva che ha prodotto precarietà, insicurezza, disoccupazione e criminalità. Facile dire frontiere aperte, Free Borders e bla bla bla, quando si vive in un attico dei Parioli e non a Centocelle o Tor Bella Monaca. Facile dire frontiere aperte quando si ha stipendio statale garantito e 4 ore lavorative giornaliere per 5000 euro mensili ed il domestico filippino a casa. Tutti froci col culo degli altri. Più difficile quando si vive a Pantaleimon, in Piazza Victoria o a Metaxurgeio, quando la Troika ti è entrata dentro casa ed i tuoi figli mangiano cibo scadente perché la tua bottega non vende più dal momento che affianco a te, hanno aperto 10 locali indiani che però non pagano le tasse. Sopporti un anno, forse due. Viva l'immigrato, porti aperti, amamose tutti e volemose bbè, viva il diverso, baciamo il migrante... sopporti tutto, poi vedi che tuo figlio a scuola non parla nemmeno più il greco ed è isolato perché a ricreazione comunicano tutti in arabo e ti rendi conto che poco alla volta tutte le tradizioni e la cultura del tuo popolo appresa dai tuoi genitori sta scomparendo il nome della divinità del XXI secolo, la globalizzazione. Allora capisci che qualcosa non va e che i concetti di frontiere aperte e tutela del lavoro, in un sistema economico capitalista e neoliberista già piegato dalla crisi, non possono andar d'accordo. Ma per il sinistroide con la puzza sotto al naso, tu già sei diventato un nazista con una svastica nera gigante tatuata sulla schiena.

2018, la Troika lascia la Grecia

Nel 2018, dopo otto anni di commissariamento, la Grecia, oramai rasa al suolo, è libera dai B52 della Troika, che può uscirsene dal paese fischiettando. La Grecia è stata curata, anche se la cura ha ucciso il paziente, oggi più che mai, dopo la vicenda Covid che ha privato la Grecia anche del turismo, fonte principale di valuta straniera ed ha sostanzialmente vanificato tutti i sacrifici fatti dal popolo greco in questi anni.

L'obiettivo di UE, BCE ed FMI è raggiunto: il welfare state socialista post-bellico è stato totalmente smantellato, l'esperimento di controllo sociale della popolazione perfettamente riuscito e soprattutto le perdite dei creditori, principalmente le banche franco-tedesche dell'Eurozona sono state minimizzate: dei 240 miliardi complessivi di prestiti erogati alla Grecia, ben il 95% è stato girato ai creditori privati stranieri mentre solo il 5% è finito nelle casse statali di Atene. La Germania, non solo ha riavuto indietro i suoi soldi, non solo ci ha lucrato con tassi di interesse da usura, ha poi pure comprato a prezzo di saldo mezzo paese ellenico e oggi controlla gran parte delle sue infrastrutture, soprattutto aeroportuali. Così, per la seconda volta in un secolo la Grecia è colonia tedesca. Certo che devono aver proprio un debole per questo paese i teutonici! Per dovere di cronaca, la Germania non ha mai pagato alla Grecia i debiti di guerra della seconda guerra mondiale. A quanto ammontano? Manco a farlo apposta, la cifra è pressappoco uguale alla stessa cifra di 240 miliardi di euro dei 3 Memorandum. Una presa per il culo clamorosa da parte dello stato che passa per rigorista, ordinato, incorrotto ed incorruttibile ma invece, dati alla mano, è l'unica nazione d'Europa ad esser fallita economicamente due volte nell'ultimo secolo: 1923 e 1945. Oltre ad esser la nazione più corrotta d'Europa (sì, lo so che non ci credete...) e quella a maggior evasione fiscale (sì, lo so che non credete manco a questa...). Bravi i teutonici eh? Tranquilli tutti, distruggono mezzo continente ma poi alla fine perdono sempre. Come mostrato nel bellissimo video sottostante.

Scusate la digressione calcistica, ma sapete, battere i tedeschi in una semifinale dei campionati del mondo, ai supplementari ed a casa loro, e poi vincere pure i mondiali, sempre a casa loro, non ha prezzo. Per tutto il resto c'è mastercard.
A proposito, tornando alla Grecia: la Troika e la sua fedele serva, la stampa goebbelsiana, ci ha martellato i sacri testicoli per anni dicendo che le misure di austerità erano finalizzate alla riduzione dei debiti pubblici fuori controllo dei PIIGS, corrotti corrotti, brutti brutti e cattivi cattivi. Dopo 3 Memorandum e riforme lacrime e sangue, il debito pubblico si è ridotto? Manco per il cazzo. Non ha fatto altro che aumentare, sia in valore assoluto che in rapporto al PIL. Esattamente come in Italia. Perché l'austerità non è mai espansiva come dicono loro, ma semmai è sempre recessiva. Quand'è che tutti gli euroinomani di questo paese si sveglieranno?

Il concetto cruciale da capire è che le misure di austerità non sono finalizzate come descrivono i pennivendoli di regime alla riduzione del debito pubblico brutto e cattivo, ma solo a ridurre le perdite dei creditori, imporre riforme liberiste, smantellare lo stato sociale e le potenze industriali concorrenti, garantirsi bassi salari nella periferia d'Europa anche e soprattutto mediante favoreggiamento dell'immigrazione di massa incontrollata. Grecia prima ed in misure inferiore, Italia dopo, sono stati il laboratorio ideale della chemioterapia europea: non è un caso che sono anche le nazioni dove l'immigrazione irregolare è fuori controllo. La classe dominante agisce su più fronti per assicurarsi bassi salari ed assenza di concorrenza nella periferia. Così esporta guerre in Africa, fomenta esplosioni demografiche e povertà, per creare pressioni alle frontiere europee di eserciti industriali di riserva favorendo ulteriormente deflazione salariale e lotte orizzontali di classe tra ultimi e penultimi. L'eterno Divide et impera.

Come è stata descritta dalla stampa di Goebbels al servizio del sistema, la moderna tragedia greca dei 3 Memorandum? Cosa ha detto e dice il mainstream della macelleria sociale imposta dalla Troika e della totale riduzione a colonia tedesca di un paese europeo di civiltà millenaria?

Ovviamente, come sempre accade, l'esatto contrario. Le proteste non esistono, i suicidi nemmeno, Piazza Syntagma è sempre vuota, il popolo greco è ben contento degli aiuti perché ha capito che è corrotto ed ha vissuto sopra le righe... e poco a poco, grazie agli aiuti amorevoli di mamma Troika premio Nobel della pace, e dei mercati, buoni come il pane, sta sanando i conti. Che buona l'Europa dei popoli, della pace e della solidarietà!

E così, per un rispettabilissimo signore canuto che manco nomino più, ex Goldman Sachs, Bildelberg, Trilaterale e chi più ne ha più ne metta, la Grecia, paese letteralmente bombardato dai B52 della Troika, magicamente diviene, non si sa per quale miracolo divino, il più grande successo dell'Euro.

Come dico sempre ai miei bambini, capire come va il mondo e dove sta la verità, è davvero semplicissimo. Sembra difficile, ma non lo è. Non serve studiare, informarsi, leggere, scaricare pubblicazioni scientifiche, analizzare dati e notizie con spirito critico, pensare col proprio cervello e non con quello di altri e bla bla bla... come faccio io ogni giorno. No, no. Troppo complicato, e poi servirebbe troppo tempo. Esiste un modo enormemente più rapido, semplice ed egualmente efficace. Basta accedere la televisione. Qualsiasi canale. Oppure comprare Repubblica, L'Espresso, Il Corriere, La Stampa, Libero, Il Fatto Quotidiano o qualsiasi altro giornale; anche se Repubblica, devo ammetterlo, resta assolutamente inarrivabile. E seguire una regola ben precisa: la verità è l'esatto contrario di ciò che dicono e scrivono i pennivendoli di regime.