Fin dall’inizio della pandemia, tutti i mass media ed i nostri governanti, ben fedeli all'idea del perfido ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels, di ripetere una menzogna tante volte per farla accettare e diventare magicamente verità, si sono orientati verso il pensiero unico, il disco rotto, il mantra da proporre all'infinito ad ogni ora del giorno e della notte: “l'unico modo possibile per uscire dall'emergenza sanitaria è lo sviluppo di vaccini da somministrare all'intera popolazione mondiale”. Covid ergo vax, parafrasando Cartesio. Corollario A, tutte le terapie potenzialmente valide come plasma iperimmune, Idrossiclorochina e soprattutto la più potente di tutte, il “game changer” Ivermectina, vanno screditate e denigrate, altrimenti le case farmaceutiche non potrebbero per legge adottare la procedura d'emergenza rapida di pochi mesi per l'immissione dei sacri sieri nel mercato. Corollario B, tutti devono esser spinti alla vaccinazione, in un modo o nell'altro. Con le buone o con le cattive.
Piccolo problema: un tale, folle approccio alla pandemia che punta tutto sui soli vaccini mettendo in secondo piano il settore delle terapie e delle cure, crea le condizioni ideali per una nuova “drammatica” (televisivamente parlando...) situazione emergenziale, inevitabile nel momento in cui emergesse una variante capace di sfuggire del tutto ai sacri elisir, con chiusure forzate e collasso dell'economia come nell'inverno del 2020. Omicron vi dice qualcosa?